Recensione: 80s Metal Band

Di Andrea Bacigalupo - 20 Giugno 2020 - 15:19
80s Metal Band
Band: S.D.I.
Etichetta: MDD Records
Genere: Thrash 
Anno: 2020
Nazione:
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70

Tre album in quattro anni di carriera, tra il 1986 ed il 1989. Del primo è stato, più che altro, il titolo a colpire: ‘Satans Defloration Incorporated’, il cui acronimo, S.D.I., è il nome della band.

Il secondo è stato uno dei migliori album Thrash del 1988: ‘Sign of the Wicked’ ha fatto terra bruciata intorno a se, semplicemente indimenticabile.

Il terzo, ‘Mistreated’, è uscito l’anno dopo, non dirompente come il suo predecessore è comunque un lavoro valido, con alcuni segni di buona maturità e voglia di distinguersi.

Poi, nel 1992, basta … la band ha smesso di correre.

Ma stare fermi è dura … nel 2014, piuttosto che continuare a stare a casa in pantofole a guardare la televisione e vedersi invecchiare, gli S.D.I. sono tornati, hanno cambiato il nome in Severe Deaf Individual, mantenendo così l’acronimo che li distingueva, ed hanno ricominciato a scorazzare per le lande tedesche, saltando di palco in palco.

A mantenere vivo il progetto è stato, essenzialmente, il bassista/vocalist Reinhard Kruse, intorno al quale sono ruotati vari musicisti, sia vecchi che nuovi.

Ed è con una formazione modificata per due terzi rispetto al passato che gli S.D.I. sono ritornati sul mercato discografico, pubblicando a gennaio del 2020, via MDD Records e dopo ben trentuno anni da ‘Mistreated’, il loro quarto album, dal titolo ‘80s Metal Band’.

Il combo non prova a ‘vincere facile’ tentando di replicare ‘Sign of the Wicked’, che continua ad essere il miglior album degli S.D.I., andando oltre il semplice concetto di Speed/Thrash che li ha caratterizzati durante il loro periodo di maggiore espressione artistica.

O meglio, i brani selvaggi e tirati secondo i canoni dell’epoca ci sono, eccome. Non hanno la stessa forza distruttiva di ‘Coming’ Again’ o ‘Megamosh’ ma l’onda d’urto provocata da pezzi come ‘Freeride’, ‘Action’ o ‘I Hate You’ ha comunque un ampio raggio.

A questi ne vengono affiancati altri meno scavezzacolli, improntati più sulla durezza e sul muro sonoro ritmico che non sulla velocità spregiudicata. Citiamo ad esempio le dinamiche ‘Sneaky War’ e ‘(Let the) Ball Run’ o la greve ‘Here and Now’, altre tre belle detonazioni in rapida sequenza che dimostrano che la band non è ancora pronta a sedersi.

Ci sono anche una manciata di brani che sono il risultato di una certa ricerca melodica meno mordace. Questo non vuol dire che gli S.D.I. vogliono giocare ai Bon Jovi, il loro sound granitico e compatto marchia ogni traccia. Però, purtroppo, non funzionano tutti: ‘Back Against the Wall’ e ‘She Said’ riescono ad inchiodare, ma la title-track e ‘Trash’ sono deboli e poco convincenti.

Comunque, pur se davanti al titolo dell’album c’è l’abbreviazione di ‘eighties’, i favolosi anni ’80, di momenti nostalgici non ce ne sono quasi. Al contrario, i richiami alla Old Schools che si sentono danno la giusta carica adrenalinica.

In definitiva ‘80s Metal Band’ è un buon album, sicuramente non tra i migliori di quest’anno, ma godibile e divertente.

Forse si passa un po’ meno sopra il fatto che la voce di Reinhard non sia proprio da Arena di Verona, soprattutto durante le sezioni più melodiche, ma, alla fine, questo suo stile grezzo e sgraziato, impertinente e ribelle, non dispiace, integrandosi comunque perfettamente con quello dei suoi S.D.I.

Concludiamo: ‘80s Metal Band’, con tutti i suoi pregi e difetti (tra i quali il peggiore, devo dirlo, è la copertina), supera pienamente la sufficienza. Il tentativo che gli S.D.I. hanno fatto di non ridondare loro stessi, cercando di percorrere anche strade nuove, senza peraltro disconoscersi, è positivo anche se l’obbiettivo non è stato perfettamente centrato, ma il tempo per una nuova, grande detonazione c’è ancora. Aspettiamo.

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