Recensione: A-Live

Di Stefano Ricetti - 5 Settembre 2021 - 0:00
A-Live
Etichetta: Andromeda Relix
Genere: Hard Rock 
Anno: 2021
Nazione:
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76

I Project Skeme definiscono così la propria musica:

“Hard rock melodico di stampo AOR con venature blues, prog e con riferimenti ampi come King’s X, Rush, King Crimson e Steve Ray Vaughan”.

Dopo essersi sparati enne volte le nove canzoni componenti A-Live, per un totale di cinquanta minuti tondi tondi di ascolto, non si può che concordare con quanto asserito sopra dalla band.

Dietro al moniker Project Skeme vi sono Simone Falovo (chitarra) e Alex Jorio (batteria), fondatori degli Elektradrive. Un’idea nata nel 1999 e atta a dar continuità in sede live ai pezzi degli Elektradrive. Ma, si sa, certe cose poi decollano e la voglia di tornare a scrivere musica inedita prede il sopravvento. Ne scaturisce una sequenza di pezzi originali pensati per un album che avrebbe dovuto godere nientepopodimeno che della produzione di Ronnie Montrose, ma la cosa poi non si concretizzò per i sempiterni problemi di budget.

Poco male: i due ‘Elektra decidono di proporre alive quanto scritto ed ecco servito questo A-Live, Cd che vede la luce sotto l’egida della Andromeda Relix e si accompagna a un cartonato a doppia anta con l’alloggiamento del dischetto ottico da una parte e una tasca contenente un pieghevole a otto facciate con tutti i testi, le note tecniche e le foto tessera di ogni componente la band nell’altra.

Around The World” costituisce il biglietto da visita di A-Live: Falovo e Jorio depongono le armi pesanti (ovviamente nel contesto, mica stiamo trattando i Napalm Death) utilizzate per gli Elektradrive e vanno di fioretto, coadiuvati da una squadra d’eccezione, formata da Valerio Viotti (voce), Lorenzo Prencipe (basso) e Simone Bresciani (tastiere). Il risultato è un hard rock che sfocia nell’Aor con tracimazioni Prog, a formare quel fil rouge che contraddistingue le otto tracce dell’album. “Password”, a metà fra Toto e Foreigner, ristabilisce la connotazione tipicamente rock del quintetto e lascia spazio alla suadente “Angels Don’t Believe It” seguita da “Skeme”, il brano più Elektradrive del lotto.

Echi Led Zeppelin infarciscono “Indifferent Eyes”, per lo scriba l’highlight di A-Live, grazie anche alla superba prova dietro il microfono di Valerio Viotti, così come la successiva, ipnotica e fottutamente anni Settanta “Astral Ways”. Prendete Dokken e Steelheart, togliete loro un po’ di “cavalli” e al posto di questi ultimi mettete classe griffata Project Skeme quanto basta ed ecco servita su di un piatto d’argento la struggente “Round And Round”, ulteriore stupendo tassello al servizio di A-Live, a giocarsi la leadership con la summenzionata “Indifferent Eyes”. Brividi lungo la schiena assicurati dalla ballad “Tomorrow” e chiusura affidata a “That’s Time”.

In attesa delle prossime mosse degli Elektradrive (Il fuoco sotto le ceneri non si è mai spento) c’è da augurarsi che Project Skeme non rappresenti  un’impennata estemporanea ma un qualcosa che nel tempo possa crescere e regalarci altre perle di hard melodico dal momento che non capita spesso di trovare un disco dal vivo con ben nove inediti. A-Live è un concentrato di musica adulta ottimamente suonato, per una volta chi ricerca bordate una dietro l’altra deve accomodarsi da un’altra parte.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti 

 

 

 

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