Recensione: Abrakadabra

Di Vito Ruta - 13 Aprile 2022 - 17:01
Abrakadabra
Etichetta: Gain Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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84

L’ultima fatica degli Hardcore Superstar si intitola “Abrakadabra”, parola magica, inintelligibile per se stessa, utilizzata, secondo gli insegnamenti della tradizione mistica antica, per confezionare amuleti contro le malattie (intera nella prima riga e diminuita nelle successive di una lettera a destra, sino a formare un triangolo al cui vertice in basso si trovava la sola lettera “a”, nella convinzione che come la lunghezza della parola si riduceva così la malattia sarebbe scemata sino a scomparire).

Nella carriera del gruppo svedese l’album in parola è il n.12 (numero sacro, insieme al tre e al sette, che indica la conclusione di un ciclo ed il passaggio alla maturità).

Concentrati su sonorità anni 80, sin dall’esordio sfolgorante, a fine millennio, di “Bad Sneakers And A Pina Colada(che, in realtà, conteneva anche brani del promo pubblicato in patria “It’s Only Rock’n’Roll”) gli Hardcore Superstar si impongono da subito come band di culto.
Riuscita ad ottenere in appena un lustro la consacrazione internazionale, con l’omonimo album “Hardcore Superstar”, il gruppo risulta a tutt’oggi tra i nomi più accreditati del panorama glam/hard rock.

Gli Hardcore Superstar si ripropongono nella forma eccessiva, irriverente e grintosa dei loro migliori album con un lavoro esplosivo, confermando le ottime capacità del gruppo e di ciascun componente, nonché l’efficacia della combinazione tra la formula magica per eccellenza del titolo ed il potere numerologico dell’uscita discografia.
Apre la entusiasmante ed ironica title track “Abrakadabra” che lascia alle spalle il ritornello catchy e una gran nuvola di fumo, residuo dei fuochi d’artificio batteristici e chitarristici sparati nel pezzo.
Seguono quindi “Influencer” e “Forever and a Day”, che ricordano le sonorità ruvide e essenziali dei Cult di “Electric“, mantenendo nell’aria l’elettricità della traccia di apertura.
Weep When You Die”, dal grandissimo ritornello, è un pezzo robusto ma al tempo stesso, alla sua maniera, raffinato, soprattutto se confrontato con il riff devastante, che sfora nel punk, della successiva “Give Me a Smile”.

L’uragano sleaze rock di “Catch Me If You Can” scarica tutta la potenza che possiede e offre, come ciliegina sulla torta, un assolo di chitarra dalla grande velocità di esecuzione e tecnica, che nulla sacrifica all’emozione.
One for All” è un’abile combinazione pugilistica, un uno-due che non lascia scampo, dopo averti colpito allo stomaco, ti spiaccica la faccia con un altro solo  da “ko”.

Dreams in Red”, che con la precedente “Weep When You Die”, si colloca ai primi posti nel mio personale cartellino dei punti, concede apparentemente nell’intro la meritata pausa del gong dopo un ennesimo round infuocato, ma non è la classica ballad finalizzata a permettere di tirare il fiato, rivelandosi ben presto il brano nervoso e cattivo che è, con il bonus di un altro ritornello superlativo.
C’è ancora rovente hard rock in “Throw a Brick” nella quale il gruppo si sbraca nel finale in un coro da stadio.

Chiude, a sottolineare che in questo lavoro degli Hardcore Superstar, c’è spazio per il relax solo quando lo decidono loro, “Fighter” – questa sì una ballad secondo tradizione – e un lento, coi fiocchi, dolce nelle strofe e affilato nel ritornello.

Un gran bell’album, gradevole e maturo, senza filler, il cui ascolto non solo gratifica, ma rende anche orgogliosi della passione nutrita per un genere che, se a volte rischia di essere ripetitivo, sa regalare, di quando in quando, sorprese capaci di indurre a rinnovare il voto di fedeltà.
Pronunciando, prima dell’ascolto, con il dovuto fervore “Abrakadabra” la musica degli Hardcore Superstar rivelerà in tutta la sua potenza l’arcana magia del glam rock.

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