Recensione: Aeon Empire

Di Fabio Vellata - 2 Giugno 2025 - 13:38
Aeon Empire
Band: Aeon Empire
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Hard Rock 
Anno: 2025
Nazione:
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75

Non passa per una terra prolifica in ambiti hard rock l’Austria.
A dire il vero, tolto qualche nome di “medio” peso, non viene proprio annoverata come uno dei santuari europei del genere.
Qualche gruppo discretamente importante in territori estremi, i sinfonici Edenbridge ed il power elaborato dei Vision of Atlantis. E poco più.

In un contesto non certo fertile, sono sorti gli Aeon Empire, band debuttante con un dignitossissimo esordio autoprodotto di stile smaccatamente melodic rock, debitore di Jaded Heart, Bonfire, Mad Maxx, Pretty Maids ed in generale di tutto quel filone dalla radice tipicamente mitteleuropea.
Un buon senso per la melodia ed abilità strumentali di livello definiscono le basi per la realizzazione di alcuni brani piuttosto riusciti. Dinamici ed in grado di reggere decorosamente il confronto con molti blasonati colleghi.

Buttandoci alla ricerca di un capolavoro non passiamo probabilmente da queste parti. Eppure una coppia di canzoni come “Sitting on a Wall” e “Waiting in the Rain” non sfigura in nessun contesto, e potrebbe senza colpo ferire far parte del songbook di qualche gruppo decisamente più rinomato.
C’è anche qualche imbeccata un pelo più contemporanea come percepibile in “Gloom” e “Fell in Love”, tracce ammantate da sentori alternative rock, a dare il senso di un gruppo con inventiva e varietà di scrittura.
Ignoriamo del tutto la provenienza di questi cinque austriaci e le loro precedenti esperienze. Di certo, visto il discreto valore di quanto espresso in questo primo cd, il buon songwriting dei brani e la più che valida fantasia nella loro costruzione, ben difficilmente possiamo pensare di confrontarci con gente totalmente sprovvista di un background rilevante.
Anche perché, le chitarre di Filip Koluš e Jimi Cimbala girano a meraviglia tanto da porsi come uno dei punti di forza del gruppo e la voce di Jota Fortinho (nomi non proprio austriaci, va detto) appare molto ben impostata.
Il bassista Ronnie König – che risulta essere pure uno dei principali compositori della band – ed il batterista Radim Večeřa, dal canto loro, pulsano come veterani della scena. In aggiunta, la produzione curata da un grandissimo esperto del settore come Jacob Hansen aiuta nel conferire sentori di assoluta professionalità al disco.

Insomma, di album underground ed autoprodotti nella nostra vita ne abbiamo ascoltati parecchi. Questo degli Aeon Empire è, effettivamente, uno dei più curati e ben realizzati che ci siano capitati per le mani.
Per essere un debutto “fatto in casa”, un prodotto piuttosto notevole.

www.aeonempire.net

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