Recensione: Aeternam

Di Manuel Gregorin - 18 Ottobre 2020 - 15:28
Aeternam
Etichetta: AFM
Genere: Heavy 
Anno: 2020
Nazione:
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72

Nuovo lavoro per i francesi Nightmare che tornano sul mercato discografico con questo “Aeternam“.
La band, dal nome non originalissimo (infatti nel cercare informazioni su di loro mi sono imbattuto in una decina di gruppi omonimi) pur essendo poco conosciuta non è certo di primo pelo: formatisi nel 1979 come gruppo punk si sono spostati poi sul heavy metal. Il loro esordio discografico avviene 1984 per poi sciogliersi nel 1987 dopo due album. Riformatisi nel 1999 sono arrivati fino ai giorni nostri proponendoci il loro classico heavy/power.

Capitanati dal bassista e unico membro rimasto dagli esordi, Yves Campion, la band ha affrontato negli anni, come immaginabile, molti cambi di line up. In particolare dopo l’abbandono del vocalist Jo Amore, in forza ai Nightmare per 15 anni, la formazione transalpina ha optato per una voce femminile, prima con Maggy Luyten e ora con Madie.
Il fatto di trovarsi di fronte ad una band con female singer non deve trarre in inganno facendo pensare ad un progetto sinfonico alla Nightwhish. Al contrario i nostri propongono un power metal roccioso e tagliente di stampo americano, più simile ai Nevermore o agli Iced Heart che non a quello europeo dei connazionali Heavenly o degli Stratovarius.

Aeternam” si apre con la coppia “Temple Of Acheron” e “Divine Nemesis“, due brani schiaccia sassi dove heavy metal potente si intreccia con il cantato della nuova entrata Madie che si mette subito in mostra come una cantante talentuosa e con una notevole estensione vocale.
Insomma i Nightmare hanno intenzione bellicose e lo si può evincere proseguendo nell’ascolto del disco: “Light On” parte con una chitarra simil-Judas Priest e si presenta come un pezzo trascinante, mentre “Black September” e la title track paiono ricordare qualcosa dei Testament.
Poi ancora “The Passenger“, “Under The Ice“, “Downfall Of A Tyrant“, tutti brani di spessore, con bordate di chitarra e batterie serrate, che in più occasioni strizzano l’occhio al thrash. Non da meno la prestazione di Madie, contraltare a ritmiche killer con un cantato pulito e melodico: un mix di musica martellante con linee vocali orecchiabili senza che sconfinino nel ruffiano o melenso.
Ciò non toglie che la cantante non sappia ruggire: infatti riesce, quando serve, ad imprimere aggressività e cettiveria alle strofe senza strafare o essere eccessiva. In qualche episodio verso la fine dell’album trovano pure spazio delle parti in growl, che messe al momento giusto e nella giusta quantità non risultano mai invadenti o fuori luogo.

Arrivati sin qui si potrebbe quasi pensare che “Aeternam” sia uno dei dischi dell’anno?
Sì, potrebbe, ma non lo è… o almeno non del tutto: il difetto di questo lavoro è che andando avanti con l’ascolto si comincia a percepire una certa ripetitività. Presi singolarmente i brani della nuova fatica dei francesi fanno tutti la loro bella figura, ma messi insieme tendono ad assomigliarsi un po’.
Insomma nessun pezzo può definirsi l’anello debole, ma neanche il piatto forte visto che nessuna delle composizioni ha quell’idea geniale o quel qualcosa in più da essere l’apice del disco da farti sobbalzare e dire “Accidenti che tiro!!!”.

I Nightmare paiono aver trovato sì la loro giusta rotta dalla quale però non si discostano neanche a sparargli. Un po’ come lo studente che fa il minimo sindacale per portare a casa la sufficienza ma che volendo potrebbe fare molto di più. “Crystal Lake“, unico episodio un po’ più ardito, nonostante provi a uscire dal clichè da solo non riesce a trainare il disco oltre lo standard.

Le qualità nella band non mancano certo: le chitarre sono potenti e graffiano, il basso del condottiero Yves supportato dalla batteria Niels Quaias (altra new entry del combo francese essendovi arrivato nel 2018) danno alle canzoni la dovuta struttura portante e ancora una menzione alla nuova singer che riesce, con la sua versatilità, a tirar fuori quel qualcosa in più. In tal senso c’era il rischio con un cantante non all’altezza che il disco alla lunga risultasse veramente troppo statico se non addirittura noioso.

Alla fine “Aeternam” merita comunque un ascolto consigliato a tutti gli amanti del metal classico: le caratteristiche per piacere le ha tutte e anche se in più circostanze le canzoni paiono fatte con la fotocopiatrice, il cd riesce a far passare tre quarti d’ora piacevoli.
Concludendo,  i Nightmare riescono a vincere anche se a non a convincere del tutto. Magari il prossimo album sarà quello buono, o magari dopo 40 anni di esperienza sarebbe stato lecito aspettarsi che l’album buono fosse proprio questo. Vedremo.

Attenzione però, che a volte fra il lavoro quasi riuscito e il mezzo fiasco la linea è molto sottile…

 

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