Recensione: Amazingous

Di Giorgio Giusti - 6 Settembre 2021 - 18:00

Progressive, Crossover con in mezzo i Liquid Tension Experiment e Frank Zappa tutti insieme per un trascinante e scanzonato party sonoro. Un secondo… What? Ricominciamo.

Prendiamo quattro strumentisti con gli attributi, più un ottimo vocalist, vestiamoli a festa, tipo Teletubbies, ma con artwork alla SpongeBob, mettiamoli alla prova con la stesura di brani che spaziano tra Progressive/Hard Rock/Metal/Jazz e Crossover. Troppa roba, direte, e poi a che pro? Realizzare Amazingous, il loro terzo album – che, premetto, è una “figata” – vi pare una valida ragione?

I Cheeto’s Magazine sono molto bravi, tecnici, preparati e con un buon songwriting dalla loro, pezzi ben strutturati con parti organiche nelle loro poliedriche sfaccettature e sapete, inoltre, cosa mi ha sorpreso? In tutto questo caos controllato non c’è una singola nota fuori posto! Il disco si mantiene orecchiabile e frizzante per tutta la sua durata considerando i diversissimi momenti che compongono ogni singolo brano. La band non si lascia mai andare in eccessivi tecnicismi e fa sempre respirare il gusto per la melodia ficcante, cesellando parti davvero tecniche con passaggi più ariosi, quasi melodici, ma sempre infarciti di spumeggiante energia e potenza sonora. La voce di Esteban Navarro è gradevole, mai fuori schema, le chitarre di Manel Orella rincorrono le note saltellanti delle melodie mai statiche di ogni pezzo, ritagliandosi anche vari spazi hard style.

Brani come “Ready to rumble” non sfigurerebbero in nessun album di qualsiasi valido gruppo hard rock; “Chili guiellermo” è invece un pezzo di folle crossover piazzato proprio a inizio album. Note di merito vanno pure a Matias Lizana, abilissimo tastierista che si prende il giusto spazio in tutti i pezzi presenti in scaletta, arricchendoli con maestria.

“Close your eyes” inzia come un lento toccante, si trasforma velocemente in un gradevole pezzo di pop maturo per poi arrivare a crescere verso una parte progressive toccante e matura per poi chiudersi con una bella melodia. La strumentale “Scum” è un crossover molto tecnico, controllato, divinamente suonato anche con squisite parti jazz, un piano in sottofondo ammalia per approdare infine in un passaggio quasi power metal: ecco a voi i Cheeto’s Magazine, forse nel loro pezzo più rappresentativo! “Big Boy” è l’ultima traccia e ha una durata di oltre 25 minuti. Prende avvio con numerose parti di tastiera e chitarra, poi entrano in gioco le voci. La chitarra e il synth in stile “rock progressive” dominano e le cose si illuminano, le parti vocali rendono questa sezione contagiosa, insieme ai testi positivi e le parti strumentali trascinanti. Intorno al decimo minuto la traccia prende una svolta oscura e sinistra, e questo si riflette sia nelle liriche, sia nella musica, coinvolgendoci ancor più nell’ascolto; al tredicesimo minuto un’eccellente sezione strumentale progressiva, anche abbastanza pesante, fa affiorare diversi stati d’animo contrastanti, semplicemente fantastico. Nel prosieguo della suite la complessità ritorna con un nuovo tema nelle sezioni vocali e strumentali: affiora una registrazione vocale parlata mentre le cose iniziano a ricostruirsi un passo alla volta e le voci diventano sempre più intense insieme alla musica.

Finito l’ascolto dell’album ci si ritrova sbalorditi da quanto proposto dalla band spagnola. Amazingous è interessante fin dall’inizio, vuoi per la tracklist, vuoi per la copertina: continuo a sostenere che questo loro mix goliardico di generi bizzarri, sia divertenti, sia seri, con un certo grado di giocosità e molta musica complessa, sia davvero ben riuscito. Amazingous è altamente raccomandato per la sua ultima traccia epica e per la maggior parte del resto dell’album, un lavoro ironico, stiloso, suonato divinamente e proprio “fighissimo”. In definitiva un trascinante e scanzonato party sonoro.

 

 

 

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