Recensione: Ancient Sword Cult

Di Stefano Ricetti - 26 Febbraio 2024 - 8:41
Ancient Sword Cult
Band: Writhen Hilt
Etichetta: Jawbreaker Records
Genere: Epic 
Anno: 2024
Nazione:
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74

La loro etichetta, la svedese Jawbreaker Records, li definisce senza mezze misure in questa maniera:

“Sword-worshipping Heavy Metal traditionalists”

I Signori in questione si chiamano Writhen Hilt, sono quattro e provengono dalla Germania. Più precisamente da Braunschweig, città non distantissima da Hannover. Questi i loro nomi: David Kuri (chitarra e voce), Jendrik Seiler (chitarra), Steffen Kurth (basso) e Lauritz Jilge (batteria).

Ancient Sword Cult costituisce il loro esordio ufficiale e già dal titolo incarna una dichiarazione d’intenti bell’ e buona. Trattasi di un EP contenente cinque brani che, nel caso della sua versione in CD – è stato stampato anche in musicassetta – si accompagna a un libretto di otto pagine con i testi dei brani e una foto d’insieme della band, oltre alle note tecniche di prammatica.

Death Undone”, posta in apertura, lascia poco spazio all’immaginazione: chitarre stentoree a mo’ di mannaia che si incanalano perfettamente nel solco dell’heavy metal di stampo epico conducono le danze sino al termine del brano benché non manchino gli spunti melodici. David Kuri non è cantante assimilabile a Eric Adams o David DeFeis, ma diligente figlio dell’altra ala dell’eroica applicata alla musica, quella sferragliante e marziale che ha tracciato il solco parallelo ai Manowar e ai Virgin Steele.

Mountain” affonda ulteriormente il colpo nell’ottica di quanto specificato poco sopra e non lascia prigionieri, “Sorcerer’s Gate” è più ordinaria, una canzone a testimonianza del fatto che quando c’è da menare, senza onanismi di sorta, i tedeschi ci sono. In chiusura la granitica “To Rival The Sun” – affascinante la breve parte liquida centrale – seguita da “Aeolia (Unbreakable Bronze)”, strumentale all’insegna della potenza applicata.

A conti fatti, a livello di pathos espresso e di metriche, nonché spesso anche nel cantato, i Writhen Hilt si possono collocare degnamente nella nicchia fra Heavy Load e Lordian Guard. Ovviamente in linea generale.

Cinque pezzi non sono moltissimi ma bastano per farsi un’idea di quanto oggi, nel 2024, possano dare in termini di epica i quattro teutonici di Braunschweig. Le possibilità di scalare al gradino superiore paiono esservi  tutte, dal momento che i presupposti in termini di credo espresso e convinzione non mancano. Il loro esordio è solidissimo , ma – per il momento – manca di quel tocco di malizia tipico delle grandi band navigate. Sono giovani, lo faranno loro e il futuro, date le premesse, pare roseo.

Dopo Impending Triumph, un altro nome, quindi, quello dei Writhen Hilt, da tenere d’occhio in ottica realizzazione prossimo album. Per ora teniamoci stretto questo Ancient Sword Cult, EP di pura razza odinica.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti     

 

 

 

 

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