Recensione: Another Sun

Di Eugenio Giordano - 5 Ottobre 2004 - 0:00
Another Sun
Band: Thalion
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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60

Strana creatura questi Thalion, una band composta da ragazzini, gente che secondo me non ha mai ascoltato nulla se non Helloween, Angra e Iron Maiden. In Brasile sono diventati una sorta di fenomeno commerciale seguendo la scia di band affini come i fortunati Nightwish, in Europa sono arrivati con alcuni mesi di ritardo grazie all’interessamento della sempre più attenta Hellion Records tedesca.

I Thalion hanno quel sapore di band costruita che si sente lontano un kilometro, senza aver mai registrato una demo la giovanissima band brasiliana ha cambiato in un paio di anni tre quinti della line up incorporando la cantante Alexandra Liambos. La sua voce pulita unita al look da pop star mi hanno rimandato a incubi televisivi firmati Maria De Filippi, questa ragazza, con tutta la buona volontà, ha più in comune con Jenet Jackson che con un qualsiasi cantante metal. La mia faccia ha assunto un’espressione ancora più perplessa quando ho visto il logo della Hellion sul retro di questo promo, giunto tra le mie mani attraverso una fitta rete di contatti sparpagliati in mezza Europa. I Thalion sono veramente giovani ma non sono degli sprovveduti sotto il profilo tecnico, esclusi un paio di brani molto power, questo album offre una gamma di composizioni veramente elaborate e ambiziose che lasciano percepire un chiaro intento progressivo nella musica del gruppo. Inutile il paragone con i connazionali Angra, freschi autori dell’interessantissimo “Temple of shadows”, i quali rappresentano un vero punto di riferimento nel songwriting e nell’approccio generale dei Thalion. La produzione del disco è stellare, tecnicamente parlando questi ragazzi hanno registrato un album di debutto perfetto, i suoni sono amalgamati con sapienza lasciando emergere melodie, cambi di tempo, strutture ritmiche fluide e particolari tecnici degni dei migliori gruppi power progressivi sulla faccia del pianeta. L’unico appunto che mi permetto è indirizzato alla cantante Alexandra Liambos la quale spesso finisce per esprimersi in freddissimi vocalizzi senza emozione. Si tratta di una voce giovane, sicuramente impeccabile sotto il profilo tecnico, ma le manca un minimo di vibrato per suscitare emozioni reali in chi ascolta. La band brasiliana spesso si affida a refrain chiaramente derivati dai dettami dei Nightwish e in questi casi si notano tutte le mancanze della giovane cantante carioca.

La opener “Follow the way” è prevedibilmente incentrata su melodie solari e strutture ritmiche veloci, il gruppo mostra una certa ispirazione ma pecca subito per mancanza totale di personalità. La musica cambia (incredibilmente) dalla seconda “Show me the answers” nella quale i Thalion mostrano una caratura tecnica degna dei Symphony X, il brano sebbene molto breve nasconde un’anima progressiva interessante. La mia sensazione si rafforza con l’ascolto di ottimi pezzi in bilico tra power e progressive come “Wait for tomorrow” e “Another sun” con cui i Thalion alzano notevolmente il valore del loro album d’esordio. Tuttavia le cose migliori vengono fuori alla fine del disco, dopo le strutture cambieboli dello slow “Life is a poetry” arrivano pezzi elaborati e ambiziosi come “The journey” e “Long farewell” dove i Thalion mostrano una padronanza compositiva veramente invidiabile per una band così giovane. In chiusura arriva il duetto tra la Liambos e l’ospite inatteso Mike Kiske nel brano “The encounter”, il paragone tra le due voci è improponibile sebbene la presenza di un mito del power come lui rappresenti un motivo di vanto per questi giovani brasiliani.

In conclusione sui Thalion possono essere fatti due discorsi, la band appare formata ad hoc per seguire il trend imperante nel mercato mondiale e fare in Sud America quello che da noi hanno fatto i Nightwish. La stessa band però mostra una preparazione veramente indiscutibile che credo potrà emergere maggiormente nei lavori successivi, spero puntino sul progressive e lascino perdere il power melodico, credo che sentiremo parlare ancora di questi ragazzi.

1. Atmospheres 01:16
2. Follow The Way 04:47
3. Show Me The Answers 03:47
4. Wait For Tomorrow 05:44
5. Another Sun 04:06
6. Solitary World 07:03
7. Life Is Poetry 04:56
8. The Journey 04:53
9. Long Farewell 04:51
10. The Encounter 05:14

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