Recensione: Assalto all’arma bianca vol 1

Di Claudio Casero - 10 Gennaio 2004 - 0:00
Assalto all’arma bianca vol 1
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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Questo “Assalto all’Arma Bianca Vol.1” altro non è che una compilation di gruppi emergenti italiani che, a differenza della stragrande maggioranza dei gruppi nostrani, hanno i loro testi nella nostra lingua e non in inglese. Il cd ci offre un panorama eterogeneo delle band dal momento che queste coprono vari generi musicali, dal thrash al metal classico, al rock italiano più commerciale. Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla collaborazione di Raw & Wild (una web-zine), della Kick Promotion Agency (un’agenzia di promozione campana) e dagli S.R.L. (gruppo che partecipa attivamente alla compilation con un loro brano).

Il cd si apre con i Distruzione che, con “Dentro di Me”, ci presentano un thrash violento e senza compromessi. La voce, roca al punto giusto, aumenta ancora maggiormente la potenza che gli strumenti riescono a dare. Il brano segue abbastanza da vicino gli stilemi del thrash americano, con parti lente e quasi stridenti susseguite da momenti iper-veloci dove la doppia cassa e i riff granitici la fanno da padrona.

Passiamo poi agli S.R.L. con “Il Funambolo”; sono senza dubbio il gruppo migliore di tutta la compilation, sia per quanto riguarda le capacità tecniche davvero notevoli, sia per la qualità ottima della registrazione. Dal punto di vista musicale il gruppo ci offre un thrash molto particolare che si differenzia dall’idea più classica del genere; le chitarre potenti nei loro riff sono accompagnate da cori molto ben strutturati e da una voce carica di effetti che risulta sempre ben utilizzata. Il testo del brano è molto particolare e riflessivo e denota lo studio che il gruppo ha fatto per scriverlo.

Gli Auticada si presentano al pubblico con “Aurea 2”, un brano che ci porta verso il progressive con la tastiera che ricopre un ruolo essenziale sia per quanto riguarda le atmosfere che per riempire i buchi sonori lasciati dagli altri strumenti. La voce, molto convincente, si adatta al genere suonato dalla band e a tratti ricorda parecchio quella di Piero Pelù dei primissimi Litfiba. Anche in questo caso il testo risulta bello e mai banale basato su emozioni piuttosto che su fatti ben definiti.

I Juglans Regia con “Crepe” rappresentano l’unico vero grosso passo falso di tutto il lavoro e ci presentano un brano noioso e di certo non suonato nei migliori dei modi, con assoli di chitarra stridenti e di una banalità quasi imbarazzante. Diciamo che in alcuni casi la canzone è quasi accettabile ma anche in questi casi essa dà sempre l’idea di già sentito, come se questi ragazzi avessero deciso di fare un miscuglio dei più famosi gruppi rock italiani. La voce, accettabile nelle parti più vitali, diventa stonata e lagnosa nelle parti più lente e riflessive.

Con i Captura di “Vortice” torniamo in territori più prettamente metal; il gruppo ci propone un metal classico che spesso si avvicina ad un power metal “old stile” molto piacevole caratterizzato da ottime cavalcate di doppia cassa e voce cattiva che a tratti rasenta il growl. Gli unici momenti meno convincenti di questo buon brano sono le parti che si avvicinano al nu metal ma che sono di importanza marginale e che non intaccano la bellezza di questa canzone che mette energia e violenza nell’ascoltatore.

Il cd prosegue con gli Zorn che, con “Manifesto”, ci portano verso lidi decisamente più nu metal; nonostante questo genere non sia di certo tra i miei preferiti, devo ammettere che il combo suona decisamente bene e riesce ad imprimere potenza a tutta la canzone grazie anche alla voce growl del cantante.

Gli Essenza ci propongono, con la loro “Chi parla di più”, un brano di hard rock classico con chitarre distorte e riff granitici e assoli abbastanza originali; lato negativo della canzone è la scarsa originalità del gruppo che fa in modo che il brano venga ascoltato senza lasciare nessun tipo di impressione, né positiva né negativa. I cori non sono molto ben curati e la registrazione della voce è senza dubbio notevolmente migliorabile, mentre il testo è troppo ripetitivo e poco convincente.

Si passa ora ai IV Luna che ci propongono un rock italiano ben suonato e strutturato che sfocia spesso in un metal classico per poi ritornare verso lidi più tranquilli e classici; questa “Germogli” è una buonissima canzone resa ancora migliore da un ottimo cantato e da parti che restano facilmente impresse anche dopo un primo sommario ascolto. La complessità delle varie parti di cui il brano è composto, lo rendono ancora più originale ed interessante senza mai tediare l’ascoltatore.

Il cd si conclude con gli Almavenus che con “Supernova” ci presentano un rock italiano moscetto e poco convincente se non fosse per alcune trovate per quanto riguarda certi effetti vocali ben riusciti che però vengono subito “cancellati” da alcune stonature evidenti e poco piacevoli nel loro complesso. Il brano non presenta particolare interesse e passa inosservato eccezion fatta per brevi spunti e idee interessanti che spuntano qua e là.

In conclusione questo “Assalto all’Arma Bianca” ci dà una buona idea di cosa ci offre il metal cantato in italiano; traendo le somme di tutto il lavoro, lo reputerei positivo anche se abbiamo qualche brano che fa abbassare il voto nel suo insieme pur rimanendo abbondantemente sufficiente. Aspettiamo l’imminente uscita del secondo volume della compilation, non fosse per altro per avere un’idea migliore del panorama italiano.

TRACKLIST:
DISTRUZIONE – Dentro di Me
S.R.L. – Il Funambolo
AUTICADA – Aurea 2
JUGLANS REGIA – Crepe
CAPTURA – Vortice
ZORN – Manifesto
ESSENZA – Chi Parla di Più
IV LUNA – Germogli
ALMAVENUS – Supernova

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