Recensione: Avalanche Of Worms
Band formata dalle chitarre dei Dååth Eyal Levi ed Emil Werstler, dal batterista dei Cynic Sean Reinert e dai coadiutori Kevin Scott ed Eric Guenther, i Levi/Werstel incidono il loro primo album, “Avalanche Of Worms”, interamente strumentale.
Liberi dagli schemi imposti dalla band natia, i due chitarristi possono finalmente dar sfogo a tutte le idee che, evidentemente, non trovavano sufficiente soddisfazione nei tre full-length pubblicati dall’act di Atlanta. In un’opera di questo tipo il concetto di canzone perde parte del proprio significato, non dovendo rispettare i principi strutturali dettati dal rock primogenio. Principi che, in questo caso, possono essere superati consentendo agli artisti una più completa libertà di espressione, regalando loro la possibilità di girovagare in lungo e in largo negli sterminati territori della musica contemporanea con un occhio di riguardo al metal nelle sue diverse forme.
Il rischio di un’operazione di questo tipo è quello di creare voli pindarici piuttosto che canzoni caratterizzate da una struttura tangibile, in cui sia riconoscibile un inizio e una fine. Un lavoro che non sia cioè solo e soltanto un mero esercizio di tecnica fine a se stessa, lontana dalla concretezza che deve stare alla base di tutte le opere metal affinché queste siano fruibili a tutti, e non solo a chi le concepisce.
Un esempio calzante di come dovrebbe essere, per chi vi scrive, un album interamente strumentale in ambito metal lo diede il talentuoso polistrumentista Tony MacAlpine con lo stupendo “Maximum Security” del 1987; vero concentrato di virtuosismo di applicato alla canzone.
Questo cappello serve per far capire che “Avalanche Of Worms” si colloca più o meno a metà fra i due casi estremi citati. Il duo alle sei corde offre il proprio repertorio al completo partendo da una base death che appartiene al suo DNA, sulla quale è eretta una struttura che fa capolino nello strato più esterno dell’atmosfera-metal, cioè nel prog che, nella globalità della proposta, appare lo stile che più si avvicina al lavoro. La suddivisione dei quarantun minuti di durata del platter in brani può non aver molto senso, data la tendenza di Levi e Werstler a divagare; tuttavia questa abitudine riesce a contenersi senza perdere il filo conduttore. Il tutto è caratterizzato da un groove costantemente calibrato sul principio che, tecnica o non tecnica, virtuosismi o non virtuosismi, l’impatto sonoro deve essere quello della musica estrema.
Per quanto scritto sopra, è evidente che la mera descrizione delle canzoni non avrebbe un senso logico. Lo schema alla fine è sostanzialmente lo stesso: su un duro e poderoso strato di riff potenti, sono disegnati gli arabeschi delle parti soliste, arricchite dalle tastiere e mai esagerate nel proporre effetti elettronici. La preparazione tecnica del gruppo – con specifico riferimento a Levi e Werstler – non è da mettere nemmeno in discussione, e ciò consente all’insieme stesso di farcire “Avalanche Of Worms” di continue progressioni verso passaggi piuttosto complessi e stilisticamente assai vari (forse anche troppo). Questo rigido cliché, purtroppo, fa dimenticare quello è stato più sopra paventato: la canzone. Ascoltando e riascoltando il disco non rimane in testa granché, se non un turbinio di note, seppur ben messe sul rigo musicale. Songwriting appena sufficiente, per sintetizzare al massimo.
Ancora una volta, una realizzazione dedicata allo strumento principe del metal – la chitarra – troppo specializzata perché generi motivi d’interesse verso un auditorio che non sia quello fanatico dello strumento stesso (di Malmsteen e di “Rising Force” non ce ne sono molti, anzi …). Comunque, l’album si lascia ascoltare con relativa facilità da chiunque voglia passare un po’ di tempo senza addentrarsi nelle specifiche competenze tecniche dato che la melodia c’è, come, in certi momenti, non manca l’orecchiabilità.
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Track-list:
1. Noxious Vermin, My Friend 3:41
2. Dura Mater 4:08
3. Obsidian Fissure 3:51
4. Plague House 4:12
5. In Amethyst, Through Moldavite 4:09
6. Trellis Of Thorns 1:16
7. Hollow Thorax Of The Gilded Eye 1:57
8. Loathsome Little Fiend 4:51
9. Trepanation & Bliss 0:47
10. Architectural Necrosis 5:20
11. Casting The Molten Sea 5:52
12. Chrysalis Wound 1:09
Line-up:
Eyal Levi – Guitar
Emil Werstler – Guitar
Kevin Scott – Bass
Sean Reinert – Drums
Eric Guenther – Keyboards, Piano