Recensione: Behind a vision

Gli Eternal Idol (nome derivante dall’omonima canzone dei Black Sabbath) si sono formati nel 2016 per iniziativa di Fabio Lione e Nick Savio, due musicisti che non hanno bisogno di presentazioni; dopo 2 LP e 1 EP, il singer ha deciso di lasciare il gruppo, subito seguito anche dalla voce femminile Claudia Duronio (che a sua volta era subentrata a Giorgia Colleluori) e Savio, assieme al fido Andrea Buratto, ha dovuto mettersi alla ricerca di nuove voci. Questa rivoluzione nella band (da poco era anche andato via il batterista Claudio Colleluori, padre di Giorgia, sostituito egregiamente da Enrico Fabris) ha sostanzialmente costituito una specie di spartiacque, tanto che, oltre alle due nuove voci (i talentuosi Letizia Merlo e Gabriele Gozzi), è anche cambiato alquanto il sound, con un power metal che risulta molto più melodico che in passato. A voler fare dei paragoni, direi che il gruppo a cui principalmente possiamo accostarli è sicuramente quello dei Temperance, con cui condividono anche quella specie di spartiacque che per la band di Marco Pastorino è coinciso con l’uscita di Chiara Tricarico e l’arrivo al suo posto di Michele Guaitoli ed Alessia Scolletti (poi sostituita da Kirsten Starkey). L’attenzione elevata ed il gusto sopraffino per le melodie, il limitato utilizzo di componenti sinfoniche, l’eleganza di base della musica, il giusto equilibrio tra le differenti voci sono tutti fattori che accomunano gli Eternal Idol ai Temperance; oltretutto lo stesso Gozzi spesso in sede live ha cantato per questi ultimi sostituendo Guaitoli per i suoi innumerevoli impegni. Su Letizia Merlo, invece, possiamo dire che, oltre ad essere un’insegnante di canto, si destreggia molto bene nei Symphonika (altro progetto di Nick Savio) assieme ad un certo Fabio Dessi (5 minuti di vergogna per chi non lo conosce!). Ma veniamo a questo nuovo album, intitolato “Behind a vision”, dotato di piacevole artwork e composto da 11 pezzi per circa 49 minuti di durata totale. I vari ascolti dati al full-length sono sempre stati piacevoli, tanto che ogni volta c’era voglia di ripigiare il fatidico “play”, cosa che non accade così di frequente.
Ci sono tante potenziali hit, a partire dalla splendida “The great illusion”, tra le canzoni power metal più belle ascoltate negli ultimi anni. Altrettanto valide sono le iniziali “Amnesia” e “The enemy is me” che costituiscono un’accoppiata di gran gusto. Mi sono piaciute anche la dolce “Beyond the sun”, con diverse parti cantate in italiano e parti sinfoniche molto eleganti, ma anche “Vampire” ed “Empire of one”, entrambe scelte per la realizzazione di un lyric video, come anche “Revolution” (tra quelle che richiamano maggiormente i Temperance) e la ruffiana “Krystal” che suggella degnamente l’album.
E’ comunque tutto il disco a convincere e conquistare per compattezza, efficacia, buon gusto e qualità superiore alla media della proposta musicale. In un panorama affollato ed inflazionato come quello del power metal, un’altra band italiana si mette in evidenza con un full-length, questo “Behind a vision”, di livello decisamente alto che non fatico a definire tra i migliori usciti quest’anno nello specifico settore. Se siete appassionati di queste sonorità, non fatevelo sfuggire!