Recensione: Behind The Gates Of Agony

Di Alessandro Di Clemente - 16 Novembre 2004 - 0:00
Behind The Gates Of Agony
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Anno: 2004
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40

Cavalcando l’onda dell’ “avantgarde” extreme metal (definizione quanto mai generica e fuorviante), gli Eyes Of Hydra si presentano con un demo, di quattro tracce, discretamente confezionato (l’artwork curato da Alice In Darkland, iscritta all’ormai famoso portale di arte, fotografia e design che risponde al nome di Deviantart: una comunity che ogni buon goth deve conoscere e frequentare) e decentemente prodotto (forse il suono sarebbe potuto uscire leggermente più cattivo).
I Nostri basano le fondamenta della loro musica su un solido e con pochi fronzoli power/thrash ricco di tastiere per poi erigere composizioni dal vago sapore black sinfonico.
Non vi è una pedissequa osservanza di “standards” (passatemi il termine rubato al lessico di un certo jazz), bensì, una ricerca quasi ossessiva di risvolti chiave atti a destabilizzare l’ascoltatore. E’ una sorta di destrutturazione della canzone (ma non della forma-canzone, la quale risulta scevra da qualsivoglia forma di neo-rococò).
Si notano richiami a ben noti acts electro-goth (Blutengel su tutti) giustapposti a riffs semplici ma possenti che fanno da contraltare a tessiture di tastiera, sì complesse e melodiche, ma che non scadono mai in quel revival neo-classico oramai abusato in altri contesti.
I presupposti ci sono tutti ma, complici la voce non all’altezza (il growl troppo poco incisivo e lo scream davvero a là Donald Duck), una batteria non sempre precisa e soprattutto un songwriting banale, il risultato sembra essere lontano dalla sufficienza.
Questo demo deve servire agli Eyes Of Hydra come punto di partenza dal quale cominciare a modificare determinati elementi per raggiungere quella maturità che permetterà loro di scrivere belle canzoni.

Tracklist:

1. Silent Suffering
2. Facing The Enemy
3. The Red Death
4. Vengeance

 

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