Recensione: Betrayer of Kings

Di LeatherKnight - 28 Settembre 2002 - 0:00
Betrayer of Kings
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Genere:
Anno: 1986
Nazione:
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85

La florida scena eighties a stelle e strisce ci ha lasciato una preziosa eredità di cult bands, spesso poco conosciute o messe in secondo piano solo perché i loro album sono di reperibilità alquanto scarsa.
Tra questi gruppi, in campo Power Metal, troviamo i Salem’s Wych: un gruppo decisamente ignoto ai più, ben conosciuto invece dai collezionisti di mezzo mondo per l’abissale valore (artistico e non) del loro unico album “Betrayer of Kings“.

La storia che portò i nostri 5 eroi (Mark Gast, lead guitar – Bill Neff, drums –  Ron Johnson, vocals – Keith Jann, bass – Tom Bronicki, guitar) al debutto su War Metal records è avvolta nel mistero come è buona tradizione di ogni vera cult band che si rispetti. Dunque non ci resta nient’altro che questo lp, un rovente concentrato di puro power metal statunitense così come veniva forgiato una quindicina di anni fa: ossia chitarre squartatrici che magicamente tessono linee melodiche da brividi,  basso e batteria in perfetta sintonia nel cannoneggiare con ingegno e perizia ed una voce grintosa e potente che riesce a dominare l’inarrestabile colata d’acciaio messa in musica dai suoi compagni di ventura dando spesso prova di rimarcabile espressività oltre che di non comune potenza.

Ritroviamo tutti questi elementi nel sound dei Salem’s Wych, che per quanto ad originalità comunque non ha nulla da inviare ad altri grandi nomi seppur non possiamo parlare di capolavori del secolo.
Un’altra peculiarità di questo gruppo è la grande carica evocativa sprigionata dall’atmosfera delle stesse canzoni, che possiamo ritrovare lungo tutti i brani di questo vinile.
Ed infatti dalla cadenzata titletrack (caratterizzata da un interessante avvicendarsi di cori e granitici riffs) alla conclusiva “Fight Till the End” (splendido esempio di vero power metal dello Zio Sam) i nostri amici danno vita ad una titanica tempesta elettrica di tonante acciaio e folgorante melodia, non scadendo mai in originalità o imprevedibilità.

È impossibile non sottolineare quanto epica e tosta sia “Never Ending Battle” ad esempio, dove -ad un certo punto- la voce di Ron Johnson si propaga in un coro tenebroso che si va a contrapporre con il vulcanico assolo degli axemen Gast/Bronicki; si ha proprio l’impressione che dall’alto le vocals vadano a collidere con le saettanti chitarre che stanno emergendo.
Di tutta la tracklist, “All Hail to the Queen” è il pezzo più cadenzato, quasi una ballad, dove i toni si fanno più intensi e le atmosfere si ammantano di intimità.
Il resto delle canzoni sono ancora ottimi esempi di power metal made in usa, ognuna delle quali naviga su livelli medio-alti per originalità e potenza.

Si potrebbe andare avanti nel lodare i pregi di quest’album e glorificare la leggenda dei Salem’s Wych con numerosi aggettivi o frasi ad effetto, ma vista l’inopportunità della cosa, passo ad elencare gli inevitabili difettucci che formano inevitabilmente un’opera nel suo complesso. Nulla di che, capiamoci, giusto una qualità di registrazione non cristallina ed una effettività di reperibilità di questo album davvero, ma davvero scarsa (“Betrayer..” è valutata addirittura il doppio del mlp dei “Medieval Steel“).
Ma se siete veri Heavy Metal Maniax del tipo “chains and leather for ever”, rimboccatevi le maniche perché in un modo o nell’altro sono sicuro che riuscire a fare vostra una copia di questo capolavoro. Perché in fondo, la fortune magari è lì dietro l’angolo…basta acciuffarla! Buona fortuna!!

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

side I
1) Betrayer of Kings
2) Never ending Battle
3) Attack
4) All Hail to the Queen

side II
1) Time is No More
2) Run from the Devil
3) Furor’s Reighu
4) Sweet Revenge
5) Fight Till the End

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