Recensione: Beyond

Dopo aver superato in modo convincente la fatidica prova del terzo album con Animus del 2022, i Moonlight Haze sono ora chiamati a consolidare la loro posizione con questo quarto capitolo discografico. Nel corso degli anni la formazione nostrana si è fatta notare sul panorama internazionale con tre album validi ed oltre 10 milioni di visualizzazioni sui vari canali stream, entrando così tra le realtà più promettenti della scena nazionale. Arriviamo così al nuovo capitolo dal titolo Beyond, che esce nella primavera 2025, per Scarlet Records, la quale aveva già patrocinato i lavori precedenti della band.
La formazione vede ancora schierati Chiara Tricarico alla voce, Marco Falanga e Alberto Melinato alle chitarre, Alessandro Jacobi al basso ed infine Giulio Capone alla batteria e tastiere. Una line up rimasta immutata fin dai tempi dell’esordio De Rerum Natura del 2019, particolare non molto frequente in ambito musicale, il che lascia intuire una buona sintonia tra i componenti della band.
Per la produzione ci si è rivolti all’ex Heavens Gate, Sascha Paeth, noto per le sue numerose collaborazioni con Angra, Edguy, Kamelot ed Avantasia. Gli stessi Avantasia, a loro volta, hanno ingaggiato la talentuosa Chiara Tricarico come corista per i loro live. Un traguardo prestigioso per la vocalist dei Moonlight Haze, che può aggiungere quest’esperienza, a quella di essere riuscita addirittura ad attirare l’attenzione di Joey Di Maio, che l’ha voluta come ospite sul EP dei Manowar “Highlights From The Revenge Of Odysseus”.
Si inizia con la title track, una traccia di un paio di minuti che, a dir la verità, funge più da intro per il pezzo seguente. Tame The Storm parte con chitarra sferzante e tastiere gelide che ci catapultano nei meandri di un brano arrembante dove spicca una prestazione vocale particolarmente energica. Un inizio promettente.
Più incentrata sulla melodia é Crystallized: le tastiere si intrecciano ai riff di chitarra nel creare piacevoli trame musicali.
I Moonlight Haze puntano su una formula molto orecchiabile, offrendo un power metal melodico che non di rado pesca elementi sympho e gothic. Il tutto senza mai strafare con soluzioni eccessive o troppo articolate, ma preferendo invece, giocare di più sull’immediatezza.
La radiofonica Chase The Light ha, infatti, il suo punto di forza in un ritornello che fa subito centro, mentre Would You Dare? nella sua semplicità riesce ad essere particolarmente coinvolgente.
L’Eco Del Silenzio è una ballata intimista che alterna strofe in inglese ed altre in italiano. Ormai, in ambito metal, l’utilizzo della lingua italiana pare essere stato sdoganato da quando i Rhapsody hanno tracciato la via con Lamento Eroico nel lontano 2002. Tra l’altro anche la band triestina ha forgiato i suoi lavori migliori sotto la guida sapiente di Sascha Paeth.
D.N.A. (Do Not Apologize) è il brano più nervoso del disco, con un riff tagliente come la lama di un rasoio, mentre su Untold si scorgono echi alla Nightwhish. Ancora un pezzo ad alta tensione con Time To Go dove compaiono degli sporadici passaggi in growl, mentre Awakening chiude l’album in modo più rilassato.
Con Beyond, i Moonlight Haze confermano quanto di buono realizzato con le produzioni precedenti. Un disco che scorre piacevole grazie a brani fluenti che evitano di perdersi in inutili pomposità. Del resto, quella tricolore è una compagine compatta ed affiatata grazie anche agli anni di esperienza accumulati dai singoli musicisti. Tutti i componenti hanno infatti militato in band significative, come Temperance, Burning Black, Overtures e Teodasia.
Insomma, i Moonlight Haze hanno le carte in regola per entrare nel giro “grosso” della scena internazionale: molto probabilmente, in futuro sentiremo ancora parlare di loro.
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