Recensione: Beyond Inspiration – A Tribute To Uli Jon Roth

Di Mauro Gelsomini - 9 Novembre 2003 - 0:00
Beyond Inspiration – A Tribute To Uli Jon Roth
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Finalmente un omaggio a questo grandioso artista! La Lion Music assembla una squadra di musicisti capaci e diversissimi tra loro per genere suonato, e inoltre sceglie un lotto di song spiazzante, soprattutto per un ascoltatore non avvezzo alla musica di Uli John Roth, includendo oltre alle sue composizioni per gli Scorpions, anche brani tratti dai suoi dischi solisti.
Accuratamente studiato dal mastermind dell’etichetta finlandese Lars Eric Mattsson – un virtuoso della chitarra che ammette di aver passato anni a studiare lo stile di Roth – questo tributo mette insieme interpretazioni di singoli chitarristi, piuttosto che versioni di gruppo quali possono essere quelle di una cover band, affiancati di volta in volta da strumentisti di valore.
Apre le danze Chris Steberl dei Project Alcazar, che si cimenta in “Electric Sun”: questa fu la opener di “Earthquake”, tratta da progetto Uli Jon Roth & Electric Sun, avviato nel ’79 in seguito all’uscita di Uli dagli Scorpions, ancora vicinissima al sound della band tedesca, ma in cui Uli esterò tutto il suo “amore” per Hendrix.
“Sails Of Charon” beneficia della maestosa ugola di Lance King (Mattsson, Empire, Balance Of Power), accompagnato dalla chitarra di Joop Wolters degli Arabesque. La versione originale compare in Taken By Force degli Scorpions (1978).
Anche Mattsson si cimenta in “I’ll Be Loving You Always”, ancora da un disco di Roth solista, Fire Wind (1981), cantata in maniera incantevole da Ella Grussner (Condition Red), e dallo stesso disco viene eseguita anche la titletrack, suonata da Tony Hernando e cantata da Torgny Stjarnfelt dei Condition Red. Delle stonature di quest’ultimo la palma di peggior cover.
Si torna indietro al 1975 con “Dark Lady”, in piena epoca Scorpions. Il disco è “In Trance”, e qui l’esecuzione è affidata nuovamente al grande Lance King, accompagnato da Rolf Munkes degli Empire.
“Virgin Killer”, l’album successivo degli Scorpions, fu il primo dei quattro grandi successi metallici. Da qui sono tratte “Yellow Raven”, suonata da Dushan Petrossi (Iron Mask), “Pictured Life”, interpretata da Neal Grusky dei Takara, e “Polar Nights”, a cui regala nuova linfa Eric Sands dei Truth Of Fiction.
Torben Enevoldsen (Section A e Lion’s Share) è l’autore di una delle prove migliori con “Burning Wheel Turning”, tratta dal succitato Earthquake, in cui coglie profondamente l’essenza della Sky Guitar (la leggendaria 32 tasti a 6 ottave di estensione usata da Roth).
L’interpretazione di James Byrd (Fifth Angel, Atlantis Rising) su “Still So Many Lives Away”, ancora da Earthquake, è alquanto Rainbow-oriented, mentre “I’ll Be There” vede Cyril Achard (Taboo Voodoo) cimentarsi in una delle song di “Electric Sun”, 1985.
Le vibrazioni funky di “Indian Dawn” (ancora da Fire Wind) sono affare di Thorbjörn Englund (Winterlong, Star Queen), e finalmente c’è anche gloria per due italiani, William Stravato e Alex Masi, duettanti/duellanti in “Return”, ballad strumentale dal sapore fusion tratta da Electric Sun.
Chiude il sipario “Paganini Paraphrase”, tratta dall’album ” Transcendental Sky Guitar”, del 2000, eseguita dall’ex chitarrista dei Liege Lord, Paul Nelson.
Per concludere, questo tributo mette in evidenza molti chitarristi che non hanno ricevuto grande attenzione nelle proprie band, ma questo è un po’ ciò che accadde a Roth con gli Scorpions, e aldilà di qualche nome più o meno noto  – compaiono tra i credits anche Ian Haugland (Europe, Brazen Abbott),  Gerald Kloos (Empire, Condition Red), Weine Johansson (Baltimoore), Alf Wemmerlind (Mister Kite) e Michael James Flatters (Byrd, Takara) – credo che costituisca una buona occasione per avvicinarsi ai lavori di un grande artista.

Tracklist:

  1. Chris Steberl – Electric Sun
  2. Joop Wolters – Sails Of Charon
  3. Lars Eric Mattsson – I’ll Be Loving You Always
  4. Tony Hernando – Firewind
  5. Rolf Munkes – Dark Lady
  6. Petrossi Dushan – Yellow Raven
  7. Torben Enevoldsen – Burning Wheel Turning
  8. Byrd – Still So Many Lives Away
  9. Cyril Achard – I’ll Be There
  10. Thorbjörn Englund – Indian Dawn
  11. Neal Grusky – Pictured Life
  12. William Stravato / Alex Masi – Return
  13. Eric Sands – Polar Nights
  14. Paul Nelson – Paganini Paraphrase

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