Recensione: Black Metal Jesus

Di Giorgio Vicentini - 29 Aprile 2005 - 0:00
Black Metal Jesus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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77

La prima parola che mi viene in mente è “bastardo”, questo platter è proprio bastardo o lurido, come preferite, ma è giusto così perchè questo è Fast Raw Black Metal.

Doveva venire dalla Danimarca un signor disco che in poco più di 30 minuti è riuscito a mettere a soqquadro la mia stanza, con più di qualche idea chiaramente mutuata da altri soprattutto nella direzione generale delle composizioni, ma tanto sincero e schietto da poter essere solo che trascinante. Ritmo, follia, foga demoniaca, velocità ed un bel po’ di riff sporchi e duri che tirano un carretto black thrash genuino e suonato con una certa capacità.
Un mare di attitudine dissacrante come è giusto che sia in un lavoro votato all’energica irriverenza, stracolmo di simbologie abusate ma per l’ennesima volta perfette per l’occasione: teschiacci, caproni sparsi ovunque, foto da pazzi esaltati del trio in pose sforzate e plateali (che spero in bilico tra serio e faceto e frutto del personaggio).

Dieci brani facili nella costruzione e nello sviluppo, estremamente taglienti e che non si perdono in lungaggini superflue, spruzzando sangue e sudore puzzolente per non più di tre/quattro minuti l’uno. Unico punto che esula dai canoni classici la registrazione, che accontenterà anche chi non accetta le produzioni pressappochiste e catacombali con un suono chiaro e nitido. Niente lanternino d’ordinanza quindi, con il quale scovare sotto un brusio i passaggi heavy ispirati di “Satanic Fatherland”, “Desecrate The World” o “Exit Planet Earth” o altri molto più freddi a taglienti come per “Black Metal Jesus” o il finale di “Carnival of Dead People”. Brani sostanzialmente perfetti, gagliardi, sostenuti, estremamente incazzati e quindi dannatamente divertenti.

I diffamatori dell’old style potranno dire che bastano tre accordi strimpellati per comporre un disco come questo, discorso valido solo nella teoria e che i fans darkthroniani troveranno più che opinabile perché: tra il millantare una presunta facilità ed ottenere dei risultati apprezzabili passa un oceano. Per fortuna, arriva tra noi un terzetto di newbie, ma che sotto-sotto tanto pivelli non sono, per griffare l’ennesimo affresco sanguinario che rinverdisce l’esecuzione di stampo nordico, con rinnovato vigore ed una verve non da tutti, quei fattori che poi fanno la differenza in questo campo.

Io di materiale come Black Metal Jesus ne avrò sempre bisogno finchè camperò di metal. Per ora la miglior sorpresa del 2005 che mi sia regalato a scatola chiusa; mi è bastato fidarmi della copertina.

Tracklist:
01. Intro: Praedictum
02. Satanic Fatherland
03. Terror Soul
04. Carnival of Dead People
05. Black Metal Jesus
06. Desecrate The World
07. Exit Planet Earth
08. Horned Redemption
09. Complete Utter Darkness

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