Recensione: British Disaster: The Battle of ’89 (Live At The Astoria)

Di Andrea Bacigalupo - 1 Giugno 2024 - 22:43
British Disaster: The Battle of ’89 (Live At The Astoria)
Band: Exodus
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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85

È impossibile dare una data di nascita certa del Thrash Metal ma, se lo si deve fare, si può prendere come riferimento il 25 luglio 1983, quando è uscito ‘Kill ‘Em All’ dei Metallica, primo del “battere e percuotere” ad essere immesso sul mercato discografico.

Naturalmente il movimento girava sguinzagliato per il sottobosco underground già da qualche anno, come testimonia principalmente il “tape trading” di quel periodo, composto da una miriade di demo e da registrazioni live ultra ortodosse che però davano una buona idea di cosa bolliva nel pentolone infernale.

Gli stessi Metallica avevano cominciato nel 1981, ad esempio, così come gli Slayer e gli Anthrax. Gli Overkill ancora l’anno prima e gli Exodus ben nel 1979.

Ecco … gli Exodus … il più malvagio tra quei pionieri aveva parecchio le idee chiare su quanto dovesse essere letale il Thrash Metal, come dimostrano le sue prime registrazioni esplorative e poi il debutto discografico, il ferocissimo ‘Bonded By Blood’ del 1985, album che, ancora oggi, ha ben pochi uguali: velocità rovente, violenza, rabbia, oppressione e provocazione … tutto portato all’estremo.

Bonded By Blood’ è storia irripetibile! Come è noto, poco dopo gli Exodus licenziarono Paul Baloff (R.I.P.) perché, diciamo, troppo calato nella parte (seguendo l’esempio di un altro Paul, del resto, che di cognome fa Di’Anno), sostituendolo con Steve ‘Zetro’ Souza, proveniente dai Legacy (i futuri Testament) dopodichè incisero ‘Pleasures of the Flesh’ nel 1987 e ‘Faboluous Disaster’ nel 1989, due album con non così tanta potenza infernale ma comunque bei detonanti e coerenti, con il solo difetto di essere usciti un po’ tardi all’interno di una bolgia in pieno fermento.

Ora gli Exodus decidono di rispolverare quei momenti, pubblicando, a 35 anni dalla sua registrazione, ‘British Disaster: The Battle of ’89 (Live At The Astoria)’, disponibile dal 31 maggio 2024 via Nuclear Blast.

Trattasi del concerto tenutasi l’8 marzo 1989 all’Astoria Theatre di Londra (ormai chiuso e demolito dal 2009), tappa conclusiva del tour europeo per la promozione di ‘Fabolous Disaster’, il Fabulous Disastour, composto da una quindicina di date, di cui quella del 15 febbraio 1989 al Rolling Stones di Milano (e qui, se qualche lettore presente all’epoca vuole commentare, attendiamo curiosissimi).

Da quel che si è potuto apprendere in rete, nessun pezzo suonato quella sera è stato escluso dalla riproduzione e se, durante il Tour, gli Exodus suonarono anche ‘Cajun Hell’, ‘Bonded By Blood’ e la cover di ‘Overdose’ degli AC/DC, queste non vennero comprese nell’esibizione all’Astoria.

La scaletta contiene canzoni estratte da tutti e tre gli album in modo piuttosto uniforme, con una giusta leggera propensione per ‘Faboulus Disaster’ (sei pezzi), seguito da ‘Bonded By Blood’ (cinque pezzi), mentre ‘Pleasures for the Flesh’ viene citato da quattro pezzi.

È devastante, non c’è altro modo per descriverlo. Questo album live dimostra che gli Exodus sono una delle migliori band di Thrash Metal di sempre. Anzi, a dirla tutta, lo dimostra di più uscendo oggi che non quando è stato registrato, dove rischiava sia di perdersi in mezzo alle tonnellate di valide uscite dell’epoca sia di finire nel dimenticatoio per il sopraggiungere degli anni ’90, il periodo maledetto del Thrash Metal.

Non che oggi non ci siano band valide o che non escano buoni album, anzi … ma l’atmosfera che esce dai solchi di ‘British Disaster: The Battle of ’89 (Live At The Astoria)’ è unica, testimonianza di un tempo passato che oggi non si può ricreare.

È tutta energia pura, trasmessa da una band in gran forma che era una vera macchina da guerra (e che non scherza neanche oggi). Thrash 100%: infuriato, sovversivo, prepotente ed oscuro, prende l’anima e la smonta.

È inutile descrivere canzone per canzone, vengono proposte così come conosciute, naturalmente ancora più aggressive che da studio, perché il Thrash è qualcosa di estremamente vivo ed imbrigliarlo in una stanza di registrazione e sempre un po’ riduttivo. Tracce affilate e roventi, senza un minimo di pausa, con riff assassini, assoli ficcanti, sezione ritmica terremotante e voce ruvida al vetriolo, ma al contempo carismatica, con gli estratti da ‘Bonded By Blood’ che s’intersecano a pennello con quelli dei due album successivi.

Fabolous Disaster’, ‘The Toxic Waltz’, ‘A Lesson in Violence’, ‘Piranha’, ‘Brain Dead’ … giusto per dirne qualcuna, è un continuo susseguirsi di martellate senza pietà, una tracklist che è una batteria di missili lanciati ad alzo zero uno dietro l’altro.

Bobine che rischiavano di andar perse … meno male, invece, che Gary Holt e soci hanno deciso di rispolverarle.

L’album è stato mixato e masterizzato da Chris “Zeuss” Harris, mentre l’artwork è stato realizzato da Mark DeVito, ed è disponibile in formato CD, LP doppio e digitale.

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