Recensione: Catharsis

Di Alessandro Calvi - 22 Gennaio 2010 - 0:00
Catharsis
Band: Elis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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55

Dopo due dischi, e alcune esibizioni live, gli Elis erano riusciti a ricavarsi un loro piccolo spazio nel panorama gothic metal. Poi, nel 2006, la tragica scomparsa della cantante Sabine Dünser sembrò porre fine alla carriera della band. Ci volle del tempo, ma, infine, i componenti del gruppo riuscirono a metabolizzare il lutto e decisero di andare avanti. Venne dunque arruolata la nuova singer Sandra Schleret e gli Elis entrarono in studio per registrare questo “Catharsis”.

Alcune persone sono in grado di trasformare un evento drammatico della propria vita in nuova forza, uno sprone a fare di più e meglio, capace di cambiare in meglio un’esistenza o, almeno, una carriera. In altri casi, invece, un lutto può assestare un colpo decisivo e definitivo alle speranze di un individuo o di un gruppo.
Niente di tutto ciò è accaduto agli Elis.
“Griefshire”, del 2006, era un disco di buona fattura tecnica, ma incapace di distinguersi e farsi notare nel marasma delle uscite gothic di media categoria che affollavano (e affollano) il mercato. Il gruppo aveva dei fans ed era abbastanza apprezzato dagli amanti delle sonorità tra il power e il gothic sinfonico con voce femminile, ma nessuna speranza di assurgere agli onori di una certa fama. Oggi, nel 2009, “Catharsis” ripropone sostanzialmente gli stessi elementi del precedente lavoro e va a collocarsi nello stesso segmento di mercato.
Si tratta di un disco che non inventa nulla e punta esclusivamente su una discreta esecuzione e una buona produzione per ottenere le simpatie del pubblico. Le linee vocali son già sentite (in particolare i duetti tra maschile-growl e femminile-lirico, a tratti inascoltabili per quanto scontati), il songwriting si appoggia fin troppo pesantemente sulle sole tastiere per la definizione della melodia, le chitarre eseguono riff scarni ed elementari, la sola batteria cerca, saltuariamente, di uscire un po’ dal seminato. Rimane apprezzabile la scelta di non addolcire troppo il sound e di dotare di ampie distorsioni le chitarre allo scopo di rendere più ruvide e aggressive le canzoni, ma è ben poca cosa se paragonata a tutto il resto.

Per concludere “Catharsis” è un album senza sorprese. L’ascoltatore sa già cosa aspettarsi prima ancora di aver schiacciato il tasto play. Se per alcuni fan di un certo tipo di gothic-power sinfonico in cerca di pedisseque ripetizioni di stilemi già sentiti e apprezzati questo può essere un elemento positivo, non lo è certo in senso assoluto. L’oggettività, infatti, relega questo album tra la massa delle uscite simili e pressochè indistinguibili le une dalle altre.

Tracklist:
01 Core of Live
02 Twinkling Shadow
03 Warrior’s Tale
04 Des Lebens Traum – Des Traumes Leben
05 I Come Undone
06 Firefly
07 Morning Star
08 Das Kleine Ungeheuer
09 Mother’s Fire
10 Rainbow
11 The Dark Bridge

Alex “Engash-Krul” Calvi

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