Recensione: Century Child

Di Simo Narancia - 18 Ottobre 2002 - 0:00
Century Child
Band: Nightwish
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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70

Dopo le voci sul possibile periodo di inattività, legato all’approfondimento degli studi lirici di Tarja, i Nightwish tornano con questo 4° full-lenght nuovo di zecca a confondere ancora di più le idee sul futuro della band. Se da una parte siamo tutti contenti per il fatto che la carriera del gruppo prosegua, dall’altro mi chiedo se è davvero questa la via che intendono proseguire. Non fraintendetemi, il disco in questione non è brutto, ma in molti tratti mi ha lasciato perplesso.

Spesso ai gruppi viene chiesto di rinnovarsi mantenendo però inalterate le proprie caratteristiche peculiari. Bene in questo nuovo lavoro i Nightwish riescono nell’impresa e se le novità si traducono in approccio più rockeggiante di alcune canzoni contrapposto ad un approccio più heavy e meno sinfonico di altre ed un maggior utilizzo della voce maschile (ad opera del bassista Marco Hietala ), la coerenza col passato invece lascia di stucco: i nostri hanno pensato bene di regalarci brani che pur seguendo tutti i cliché stilati nei vecchi lavori, risultano senza anima e senza mordente. Canzoni formalmente ineccepibili, ma che lasciano ben poche emozioni sia durante che dopo l’ascolto.

L’album vive di alti e bassi e così se canzoni come Ocean Soul o Feel For You regalano ben poche emozioni, sono i brani del calibro di End Of All Hope (forse la migliore del lotto, simile per certi versi a Wishmaster), Dead To The World o Ever Dream a risollevare le sorti di un disco altrimenti scialbo. I momenti più delicati si ritrovano nella manieristica ballad Forever Yours: la bellezza e la poesia di una canzone come Swanheart sono solo un piacevole ricordo che non viene mai nemmeno accennato. Altri momenti interessanti (e che spiazzeranno i fans) invece si ritrovano in Slaying The Dreamer: mega “riffoni” metallici guidano il brano più marcatamente heavy mai scritto dai Nightwish , dove è il già citato Marco a diventare “padrone” del violento finale . Carina e tutto sommato ben riuscita anche la cover Phantom Of The Opera. Ma in questo disco sembra che per ogni canzone degna di nota ci sia il corrispettivo in negativo, e così la suite finale da oltre dieci minuti che pur vive di ottimi spunti, non risulta sempre convincente e si perde così un ottima occasione di pieno riscatto.

Che dire….sicuramente un album ben suonato e ben prodotto ( da Mikko Karmila ai famosi Finvox Studios), ma altrettanto sicuramente è un mezzo passo falso nella discografia di un gruppo come i Nightwish, tra più talentuosi degli ultimi anni. Personalmente attendo fiducioso il prossimo lavoro e nel frattempo mi riascolto perle come Stargazer o The Kinslayer.

1) Bless The Child
2) End Of All Hope
3) Dead To The World
4) Ever Dream
5) Slaying The Dreamer
6) Forever Yours
7) Ocean Soul
8) Feel For You
9) The Phantom Of The Opera
10) Beauty Of The Beast: Long Lost Love
-One More Night To Live
-Christabel

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