Recensione: Changeling

Di Gianluca Fontanesi - 28 Aprile 2025 - 0:17
Changeling
Band: Changeling
Etichetta: Season Of Mist
Genere: Death  Progressive 
Anno: 2025
Nazione:
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80

Attorno al pianeta Obscura, in questo periodo storico, se ne sono sentite e ne sono state dette di tutti i colori. Tom “Fountainhead” Geldschläger è un talentuoso chitarrista che ha  contribuito alle recenti composizioni della band tedesca ed ha anche preso parte alla diatriba interna che, con ogni probabilità, si protrarrà ancora avanti nel tempo. Non siamo comunque qui per una soap opera ma per Changeling, un album che vede Fountainhead come chitarrista fretless e mastermind ma affiancato da vecchie volpi della scena death moderna. Abbiamo Morean, cantante degli Alkaloid al microfono, Mike Heller alle pelli e Arran McSporran al basso ovviamente fretless. C’è tutto quello che si potrebbe desiderare, compresa l’ostentazione ad libitum della parola fretless, e ci sono tutti i presupposti per il solito disco tech death fotocopia con lo stile già consolidato di Obscura, Alkaloid, Beyond Creation e compagnia bella. Le sensazioni durante i primi tre brani sono confermatissime e, tra l’orribile fade out al termine di Instant Results e alcuni deja vu sparsi qua e là, ci si accinge ben presto ad archiviare il tutto come il classico lavoro dalla durata di una cimice in mezzo a una finestra che sta per essere chiusa.

Nulla di più lontano dalla realtà, fidatevi.

Il disco poi con World? What World? inizia a cambiare e a mutare forma, come se avesse messo uno specchietto per le allodole in apertura per giocarsi poi tutte le carte migliori nella seconda parte, che è a livelli altissimi. Il buon testa di fontana si dimentica completamente degli Obscura, prende in mano una bacchetta da rabdomante e parte all’esplorazione più pura e incontaminata dei generi con risultati sbalorditivi. Inizia poi a districarsi l’immensa matassa di ospiti coinvolti, tra cui un’orchestra di 50 elementi e una pletora infinita di strumentisti; la produzione è di quelle imponenti e il risultato prende ben presto la forma di uno dei dischi tech death più validi in circolazione. Quello che serve come il pane al genere sono le idee, e qui ce ne sono a bizzeffe e tutte ben spiegate e chiare. Changeling è una masterclass in death metal e arrangiamenti, e torna un po’ a fare quello sporco lavoro che chi suona progressive dovrebbe ben avere in mente. Il tasso tecnico del disco è quindi altissimo ma sempre al servizio del pezzo e mai usato per ostentare; tutto ciò che è suonato in Changeling ha un senso, uno sviluppo, una precisa collocazione in tracklist e si arriva quasi a rivalutarne il banale inizio.

Di fronte alla titletrack, ai connotati lugubri di Abyss e alla stratosferica Abdication si può solo applaudire, e ci si concede persino una suite di 17 minuti sul finale, che arriva come ciliegina sulla torta e va a completare una grandissima prova in studio che, ad oggi, ha pochi eguali. C’è speranza, e sono proprio i Changeling che servono per smuovere il pantano che ristagna in certe derive; speriamo che sia il primo di una lunga serie.

Fontainhead 1 – Obscura 0, palla al centro.

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