Recensione: Chasing My Dream

Di Fabio Vellata - 13 Agosto 2009 - 0:00
Chasing My Dream
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Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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72

Nome rispettabilissimo del panorama hard rock internazionale, Paul Shortino è senza dubbio quello che si potrebbe definire un “decano” del genere.
Singer dalle indiscutibili qualità ed in possesso di una voce inconfondibile, roca, graffiante, bluesy ed a tratti quasi negroide, vanta una carriera che sin dagli esordi con i seminali Rough Cutt ha saputo concepire validi esempi di musica energica e ricca di pathos – spesso accostabile ad alcune cose del grande Serpente Bianco – culminata nel 1993 con l’eccellente e mai abbastanza apprezzato “Back On Track”, album prodotto in collaborazione con il chitarrista JK Northrup ed uno stuolo di ospiti eccellenti.

“Chasing My Dream”, nuova fatica solista del cantante statunitense, arriva a distanza di quattro anni dal precedente “Sacred Heart” (uscito sotto il moniker Paul Shortino’s The Cutt), confermandone in blocco quelle che sono le caratteristiche da sempre peculiari.
Ottima voce quindi, al solito ruvida e tagliente, ritmi marchiati a fuoco dalla sacra fiamma dell’hard rock, sfumature appassionatamente blues e qualche lento, immancabile, in cui modulare le corde vocali su toni più morbidi, ottimi per ricordare l’effettiva bravura ed il solido talento di mr. Shortino.

Nulla di epocale sia chiaro, pur tuttavia, l’ascolto delle cadenzate e rocciose “Remember You”, “Nocturnal”, “Alone They Ride” e “To The Cross”, riprodotte ad un volume consono e sostenuto, ha il potere di riconciliare subitaneamente con gli dei del rock, Whitesnake su tutti, offrendo estratti di musica in cui passione e grinta si fondono in un’unica soluzione, complici di una band in cui spicca il nome dell’apprezzato musicista tedesco Michael Voss (qui in veste di produttore oltre che di chitarrista) che, seppur meno altisonante in termini di guest rispetto alle abitudini del passato (una crew alquanto affidabile in ogni caso, proveniente in gran parte da Mad Max e Jaded Heart) non manca di offrire una prova di sostanza e senza la minima sbavatura.

Come già accennato, molto gradevoli poi le tracce slow identificabili nelle avvolgenti e sentite “Missing” (in cui la mano di Voss è ben evidente) e “Promises”, così come riuscita risulta “Take My Heart And Run”, buona cover dei grandi Bonfire che aggiunge qualche altro punto ad un bilancio già comunque di buona levatura.
Non mancano tuttavia – è purtroppo pressoché inevitabile – qualche filler e momento più in ombra, ma è questione ascrivibile fortunatamente solo ad un paio di episodi.
Non paiono, infatti, carburare a dovere “Side FX” e “Great Dreamer”, zavorrate da un eccesso di modernismo la prima e da una linea melodica piuttosto banale la seconda, ed ambedue caratterizzate da cori un po’ troppo trascinati e tediosi.

Tirando le somme dunque, un buon disco. Solido esempio di hard rock melodico sovrastato da una grande voce, che non arriva a sovvertire alcunché o a sconvolgere un genere tanto tradizionalista come quello abbracciato, ma riesce, dopo qualche ascolto utile a familiarizzare con i tratti melodici dei brani, a piacere ed a rendersi gradita compagnia per ogni amante di tali sonorità.

Se in passato il Shortino sound vi ha dato qualche soddisfazione insomma, fate pure un pensiero anche a questo “Chasing My Dream”. Come si dice, non vi farà gridare al miracolo, ma vi garantirà le più classiche ed indispensabili dosi di sano rock di cui non vorreste mai fare a meno.

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Tracklist:

01. Remember You
02. To The Cross
03. Prelude Missing
04. Missing
05. Nocturnal
06. Side FX
07. Alone They Ride
08. Chasing Your Dream
09. Great Dreamer
10. Take My Heart And Run
11. Promises

Line Up:

Paul Shortino – Voce
Michael Voss – Chitarra
Roland Bergmann – Basso
Michael Mueller Basso
Johnny Douglas – Chitarra
Ralf Heyne – Chitarra

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