Recensione: Coldness

Di prince_of_the_sky - 18 Maggio 2004 - 0:00
Coldness
Band: Kotipelto
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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70

Esce sotto etichetta Century Media il secondo episodio discografico della carriera solista intrapresa dall’ex vocalist Stratovarius Timo Kotipelto. A due anni dalla realizzazione del concept album Waiting for the Dawn ci troviamo di fronte ad una produzione leggermente diversa, sia dal punto di vista musicale sia da quello compositivo. Una produzione che abbandona i canoni del power metal finnico stile Stratovarius e attinge copiosamente elementi dal Metal classico con marcate influenze Rainbow, Queensrichye e Malmsteen.
Che si possa trattare di un buon album lo si capisce subito scoprendo la line-up che Timo Kotipelto ha voluto in questo album. Il lavoro delle chitarre e’ principalemente svolto dal bravo Micheal Romeo dei Symphony X, alle tastiere troviamo l’eclettico Janne Wirman dei finlandesi Children of Bodom, al basso Jari Kainulainen, ex compagno di ventura di Timo negli Stratovarius mentre Alla batteria tocca al bravo Mirka Rantanen degli emergenti Thunderstone. Per il resto ci pensa il buon Kotipelto con la sua voce pulita e presica.
Vediamo traccia per traccia come si articola questo Coldness.

Inizio dirompente con la roboante Seeds of Sorrow. Sicuramente la canzone piu’ power del disco: drumming d’apertura e intro schiacciassi, doppia cassa padrona, riffing cadenzato e pungente, assoli chitarra-tastiera a tutta velocita’ ed un Kotipelto che cavalca linee vocali pulite e “saltellanti”.

La seconda traccia e’ Reasons, che costituisce l’hit track dell’album e dalla quale e’ stato realizzato il video. Trattasi di un mid-tempo stile Eighties molto ben strutturato con un cantato un crescendo che sfocia in un chorus di facile presa molto evocativo.

La successiva Around e’ introdotta da un inquietante passaggio di tastiera seguito dal solito riffing potente di Romeo che, insieme a degli arrangiamenti molto ben curati e alla timbrica toccante di Timo infonde una bella drammaticita’ per tutti i circa cinque minuti e mezzo della traccia.

Con la seguente Can You Hear the Sound il metronomo batte piu’ veloce e il sound diretto e dirompente ci accompagna in una canzone molto power con un Kotipelto sempre all’altezza. Ottimo l’assolo Romeo-Wirman.
Tocca ora a Snowbound, song con ritmo rallentato, cadenze decise e assillanti, qualche elemento progheggiante e orchestrazioni decisamente elaborate.

La sesta traccia Journey Back si apre con un drumming prepotente e prosegue piacevolmente tra strofe molto heavy, chitarre aggressive e un chorus 80’s style molto catchy ed azzeccato. Forse una delle migliori dell’album.
Le melodie dirette e ottantine, proseguono in Evening’s Fall, con un tocco di atmosfera piu’ cupa, e in Coldness of My Mind, una produzione piu’ sofisticata e meno diretta, molto groovy e vicina a ritmiche Prog-Hard Rock.
Take Me Away e’ un mid-tempo non molto originale, il chorus centrale e’ molto diretto ma non sembra molto efficace.
L’ultima traccia e’ Here We Are, una closer veramente aggressiva ed elaborata, con un lavoro strumentale non indifferente e una buona dose di epicita’ marcata dall’assillante ritmica di chitarra.

Per concludere Coldness e’ a mio parere un buon album, con qualche spunto non male (vedi Reasons, Journey Back e Here We Are) ma che certo non rimarra’ nelle memorie future.
Da ammirare comunque la capacita’ di Kotipelto di cimentarsi in tonalita’ piu’ basse e piu’ heavy, senza mai compromettere le sue indiscusse abilita’ canore.
Compresi nel Cd il video di Reasons, certo non un capolavoro cinematografico, anzi, abbastanza limitato, e il filmato del making-of dell’album.

Alberto “prince_of_the_sky” Viale

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