Recensione: Concrete Jungle

Di Andrea Bacigalupo - 18 Agosto 2019 - 19:32
Concrete Jungle
Band: Fusion Bomb
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2019
Nazione:
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72

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Bella mazzata sonora quella dei lussemburghesi Fusion Bomb, che lanciano con violenza sul mercato discografico il loro primo album ‘Concrete Jungle’, disponibile via Iron Shield Records dal 25 gennaio 2019.

Il loro è un Thrash esplosivo e devastante, come se ne è sentito e se ne sente tanto. Nulla di nuovo neanche a questo giro dunque, ma devo dire che i Fusion Bomb hanno dalla loro una forza incredibile e, per una volta tanto, si può tralasciare che, in questo particolare periodo storico, le nuove Thrash band preferiscono ricalcare quanto già fatto dai precursori della vecchia scuola che non lanciarsi in qualche nuova avventura artistica. Sarà che la negatività degli anni ’90 è stata micidiale e non è ancora stata dimenticata, nonostante i quasi vent’anni trascorsi, sta di fatto che in oggi sono più i gruppi che preferiscono assomigliare agli Exodus ed ai Testament (non che ci sia niente di male, per carità, solo che l’evoluzione artistica a questo modo diventa zero) che non quelli che provano a cercare una loro personalità.

Come si è detto sopra, i Fusion Bomb non sfuggono alla regola e ‘Concrete Jungle’ profuma profondamente di passato. Il loro, però, è un songwriting che li esclude dall’essere una semplice clone-band: crudo, diretto, compatto e feroce riesce comunque ad impressionare e stupire. Se l’album fosse uscito trentacinque anni fa, si sarebbe notato in mezzo ai tanti successi dell’epoca, eccome …

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La contestazione sale di brano in brano attraverso la rabbia del vocalist Miguel Teixeira Sousa, che riesce ad esprimere bene i suoi stati d’animo, anche se un po’ di miglioramento della sua estensione non guasterebbe; ma c’è tempo, la strada dei Fusion Bomb è lunga …

Questa è incalzata da una ritmica deflagrante: le chitarre, ad opera dello stesso Miguel e di Luc Bohr, sono serrate e dinamiche, mentre basso e batteria, a carico rispettivamente di Michel Remy e Scott Kutting,  formano un muro unico ed impenetrabile. Il risultato è parecchio dinamico ed elettrico, con soluzioni sonore impattanti ed assassine.

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I brani hanno tutti un buon tiro, con dosi di ritmiche Hardcore che, con la loro strafottenza, amplificano la rabbia che i Fusion Bonb vogliono trasmettere.

Precisando che nessun brano è da scartare, tra i più incisivi si segnalano ‘Zest of Scorn’, che apre il lavoro, ‘Concrete Jungle’, dal ritmo pesante e determinato, ‘Bird of Prey’, incazzata da paura, ‘Slam Tornado’, anthemica e coinvolgente e la conclusiva ‘I Never Denied’, cover durissima della Thrash band americana Excel, tratta dal loro album del 1989 ‘The Joke’s On You’.

Insomma, chiudendo il discorso, i Fusion Bomb hanno i numeri per eccellere. Speriamo che sappiano sfruttarli a dovere per poter sentire parlare ancora di loro.   

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