Recensione: Cutting Class

Di Andrea Bacigalupo - 3 Settembre 2023 - 22:45

Da non confondersi con l’omonima band folk-revival californiana degli anni ’80, i The Donner Party fanno parte del mondo underground del New Jersey ben dal 2009.

Da allora hanno prodotto una manciata di EP e uno split con altre band, ora, finalmente, si sono decisi: ‘Cutting Class’ è il loro album di debutto, prima autoprodotto e poi disponibile dal 9 giugno 2023 tramite Soulgrinder Records.

Il loro è un Thrash/Crossover vecchio stampo da urti, colpi e slogamenti … che non stai fermo neanche se ti legano mani e piedi.

C’è poco da dire: questo stile molto marcato, che unisce la frangia del Thrash più diretta con quella dell’Hardcore meno core, riesce a trasmettere un’insana energia ribelle e sfrontata che alla fine prende. È un anticonformismo diventato conforme negli anni che, ad ogni modo, riesce ad essere efficace. Ripeto: con del buon Thrash/Crossover non si riesce a stare fermi.

I The Donner Party si pongono sulla scia di S.O.D., D.R.I., Suicidal Tendencies e Municipal Waste … fanno né più né meno quello che fanno loro, con qualche richiamo anche ad Anthrax, Slayer e Sacred Reich.

La formula è quella, come impostata dai già citati S.O.D. e D.R.I. nel 1985 con, rispettivamente, ‘Speak English or Die’ e ‘Dealing With It!’ o dai Nuclear Assault nel 1986 con ‘Game Over’, ad esempio.

Per cui canzoni tiratissime e gettate in faccia a secchiate, genericamente brevi, che raramente superano i 3 minuti e che solo in un’occasione si avvicinano ai 4 (‘Open to Suggestion’), frammentate da attacchi di follia ancora più brevi (come ‘Mung’, di 48 secondi, oppure ‘Shitshow’, resa ancora più pazza dalla voce di Ishi Anais della Prog Band Psilocybe Prog).

Cutting Class’ ha una forza ritmica pazzesca, con chitarre dense ed una batteria precisa e martellante, più una voce adattissima alla prepotenza che esce dai suoi solchi, cori determinati ed anche qualche bell’assolo (ben 4 su quindici pezzi, di cui quello su ‘I’m Not Amused’ è suonato da Mike Benetatos degli Attaker).

I brani sono sintetici ma completi, con bei passaggi repentini da “velocità assassina” a “tempo medio dirompente” e con quella ruvida andatura Hardcore che sembra che non prenda nulla sul serio, ma che trasforma tutto in focosa ribellione.

Soprattutto, c’è una buona variabilità del songwriting, magari non percepibile al primo ascolto ma che poi viene fuori (brani migliori: ‘Poser Stew’, ‘Metal Mallitia’, ‘Ancient Terror’ e ‘Open to Suggestion’).

Narrazioni, colloqui, discorsi tra un pezzo e l’altro chiariscono le tematiche sociali affrontate anche con una certa dose di sarcasmo ed umorismo acido (c’è un po’ di tutto: ad esempio si parla del wrestler ‘Iron’ Mike Sharpe, non proprio sinonimo di lealtà sportiva, in ‘Razor Shape’, si critica ferocemente chi vuole apparire in ‘Poser Stew’ e si denuncia il sistema americano in ‘Mondo America’).

Insomma, un album completo che presenta una band molto valida che riesce ad introdurre un qualcosa di suo all’interno di questo stile restando comunque fedele al suo trademark.

Cutting Class’ è stato registrato e prodotto da Mike Sabatini ed i The Donner Party presso i Bandmother Studios di Jersey City, NJ ed è stato masterizzato da Alan Duches di West West Side Music.

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