Recensione: Dark Medieval Times

Di Alessandro Calvi - 17 Maggio 2004 - 0:00
Dark Medieval Times
Band: Satyricon
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
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90

È così che è iniziata la carriera dei Satyricon, al secolo due mostri sacri del black metal che rispondono al soprannome di Satyr e Frost. Questo Dark Medieval Times è il primo disco di una di quelle band che in brevissimo tempo sono diventate uno dei nomi di punta del black nella sua forma più oscura, originale e malvagia.

Dark Medieval Times prende il suo spunto da un tema caro a molti musicisti del nord europa, parliamo dei vichinghi e degli oscuri tempi andati quando solcavano le acque del mare del nord verso nuove conquiste. Satyr nel libretto descrive questo album, la musica e le parole che vi si trovano, come una chiave per aprire le porte del tempo, ed essere riportati indietro fino al medioevo e alle vicende narrate nelle canzoni. Di certo non è l’ispirazione quella che manca a questo disco di esordio e i Satyricon lo dimostrano traccia dopo traccia per tutta la durata del cd.

L’album si apre con il soffio del gelido vento del nord, questi rumori sono accompagnati da un ritmo marziale ma molto oscuro che non sfigurerebbe di certo in nessun film dell’orrore. La musica ha un che di incalzante che riesce a far crescere la tensione nell’ascoltatore che si aspetta qualcosa da un momento all’altro. Quando sembra quasi spegnersi, dopo un istante di pausa comincia la canzone vera e propria e allora abbiamo di fronte un vero e proprio attacco sonoro con chitarre distorte, basso, batteria e una voce letteralmente vomitata dall’inferno.
I Satyricon però sembrano volerci stupire a tutti i costi. Per chi si fosse aspettato infatti un brano tirato dall’inizio alla fine, per certi versi anche monocorde nella sua violenza, Satyr e Frost confezionano degli stacchi lenti e acustici con chitarre classiche, flauto e altri strumenti, tutti perfettamente intonati allo stile musicale medievale che vogliono ricordare.
Al di là degli inserti medievaleggianti però non bisogna credere che la musica dei Satyricon sia semplicemente uno strenuo rincorrersi di riff velocissimi e saltuariamente cacofonici al solo scopo di traumatizzare l’ascoltatore non abituato. Al contrario, pur conservando momenti e passaggi di notevole violenza, il gruppo ha un orecchio particolare per la melodia. Accanto a chitarre, basso e batteria troviamo spesso un uso delle tastiere ragionato e mai invadente, pur rimanendo nell’ambito del black metal più puro senza velleità sinfoniche. Le tastiere non vanno mai a coprire gli altri strumenti, si può quasi dire che non esagerano mai, si limitano a fare il proprio lavoro, aggiungendo quel qualcosa in più alla musica dei Satyricon ma senza mai diventare protagoniste scomode. Dovendo fare un paragone per aiutare il lettore nella comprensione, la prima cosa che mi viene in mente sono i primi lavori dei mitici Emperor fino a In the Nightside Eclypse.
Ogni canzone è comunque così carica di sensazioni ed emozioni, tutte ugualmente legate alla metà più oscura dell’essere umano, che sarebbe quasi impossibile narrarle tutte. Si tratta di un’esperienza che ogni persona dovrebbe fare da solo perché a volte le parole non bastano, non sono sufficienti.

Dal punto di vista delle imperfezioni ovviamente potremmo riempire pagine e pagine di critiche, ovviamente perché si tratta di un primo disco con tutto quello che ciò comporta, inoltre vi è sempre il solito problema della produzione decisamente scadente. Al contempo però vale sempre il solito discorso riguardante gli album di vero black metal: la produzione spesso impastata, le chitarre distorte e confuse che ricordano una motosega, il rumore di fondo che fa sembrare la voce come se arrivasse da tanto lontano… rendono ognuno di questi album ancora più gelidi di quanto già non fossero quando sono stati pensati. Probabilmente con una produzione impeccabile un disco come questo Dark Medieval Times, ma il discorso vale anche per molti altri, varrebbe la metà di come è adesso, non sentiremmo tutta quella cattiveria, quella malvagità che sembra irradiarsi dalle casse dello stereo sull’onda delle note.

Per concludere c’è poco da dire: se ascoltate black metal, se vi fregiate di essere dei sostenitori della nera fiamma eterna, non potete non possedere questo disco. Un album fondamentale per tutti gli appassionati del genere che non può mancare nelle case di ogni blackster che si rispetti. Certo, trovarlo può non essere molto facile, ma quando metterete finalmente le mani su questo gioiellino vi renderete conto che ne è valsa la pena per la fatica fatta.

Tracklist:
01 Walk the Path of Sorrow
02 Dark Medieval Times
03 Skyggedans
04 Min Hyllest til Vinterland
05 Into the Mighty Forest
06 The Dark Castle in the Deep Forest
07 Taakeslottet

Alex “Engash-Krul” Calvi

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