Recensione: Dawn Of The Sociopath
Attivi dal 2001, i portoghesi Echidna (mostro mitologico metà donna, metà serpente) con “Dawn Of The Sociopath” ci presentano il loro secondo lavoro dopo “Insidious Awakening” del 2008 e, ancora una volta, lo fanno tramite la Rasthilo Records, anch’essa lusitana, ultimamente molto attiva nel supportare act locali dediti a forme più o meno moderne di metal estremo.
Dinamica e dotata di un buon tiro generale, la proposta degli Echidna può essere catalogata come un death metal evoluto, decisamente moderno e melodico, una via di mezzo tra i The Haunted più classici e i nostri (e sottovalutati) Slowmotion Apocalypse. Uno stile di matrice europea, in ogni caso, abbastanza lontano dalle ultimissime tendenze ‘-core’ a stelle e strisce.
Esaltato dalla produzione potente e cristallina di Jens Bogren (Katatonia, Opeth, Soilwork, Amon Amarh, tra gli altri), l’album, dopo l’introduttiva “Synaptic Entropy”, esplode con “The Antagonist”, veloce, tipicamente svedese nello stile e dotata di break rarefatti che esaltano le successive ripartenze. Il variegato e ben sviluppato il lavoro delle chitarre soliste è la ciliegina sulla torta per un ottimo biglietto da visita. Senza concedere un attimo di respiro, “Violent Compulsion” parte a velocità massima secondo gli stessi canoni e, possiamo dirlo, mantenendo alto il livello qualitativo. Piace soprattutto il modo in cui il pezzo precedente si fonde con il successivo, frutto di un’ottima scelta in termini di arrangiamento.
Nonostante la giovane età, gli Echidna mostrano maturità nella scrittura dei pezzi e, pur senza inventare nulla di nuovo, una certa personalità; proprio “Obscuring My Reason” è un buon esempio in tal senso: una parte introduttiva tellurica che lascia spazio al lavoro delle chitarre, tutto ciò come preambolo al susseguirsi delle strofe. A metà del pezzo, un lungo break ossianico, poi, di nuovo, l’assalto sonico e, ancora, chitarre a profusione. Tutto ciò, in soli quattro minuti! “Sentient Nightmare”, con il suo attacco iniziale e le sue trame chitarristiche è molto vicina al più classico melodeath, mentre la title-track, che punta ad essere più anthemica, è invece, paradossalmente, poco incisiva.
Ciò che è apprezzabile è la dinamica intrinseca dei pezzi: senza incorrere in soluzioni veramente progressive, i portoghesi sanno variare tempi, fraseggi e l’architettura del pezzo non è mai ripetitiva. C’è modernità nel loro sound, ma mai a scapito dei fondamentali del genere, primo fra tutti l’utilizzo opportuno dell’assolo.
La strumentale “Catharsis” è un lungo intermezzo che separa gli ultimi due pezzi standard dell’album: se “Bloodlust” aggiunge poco o niente a quanto ascoltato fino ad ora, “The Fallout” è il pezzo più lungo ed anche il più elaborato del CD, con una buona alternanza tra parti in mid-tempo e stacchi accelerati e, ancora una volta, un lavoro di chitarra solista apprezzabile.
Con “Dawn Of The Sociopath” gli Echidna ci offrono un lavoro ben fatto e assolutamente privo di evidenti sbavature. Tuttavia, dovrebbero puntare ad una maggiore incisività, non dovrebbero avere nessun timore nell’allungare i pezzi ricercando soluzioni ancora più coraggiose; sembra infatti che i Nostri siano sempre sul punto di proporre il riff o il passaggio definitivo, senza però avere poi il coraggio di farlo e limitandosi alla realizzazione di pezzi certamente buoni, ma mai davvero memorabili. Promossi, quindi, ma è anche lecito aspettarsi ancora qualcosa di più, perché questa volta i mezzi a disposizione ci sono tutti.
Vittorio “Vittorio” Cafiero
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Tracce:
1. Synaptic Entropy 1:23
2. The Antagonist 4:31
3. Violent Compulsion 3:51
4. Comanded By Demons 4:38
5. Agon 1:59
6. Obscuring My Reason 4:09
7. Sentient Nightmare 3:48
8. Dawn Of The Sociopath 4:37
9. Bloodlust 4:10
10. Catharsis 2:18
11. The Fallout 5:54
Durata 41 min.
Formazione:
Bruno Capela – Voce
David Doutel – Chitarra
Pedro Lima – Chitarra
Miguel Pinto – Basso e voce
Tiago Cardoso – Batteria