Recensione: Decade of Aggression

Di Federico Mahmoud - 2 Agosto 2004 - 0:00
Decade of Aggression
Band: Slayer
Etichetta:
Genere:
Anno: 1991
Nazione:
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100

Primo live album ufficiale targato Slayer (se si esclude il precedente “Live
Undead”, poi rivelatosi un falso registrato in studio), il doppio “Decade Of
Aggression” arriva sugli scaffali il 22 ottobre 1991, per celebrare dieci
anni di attività del four-piece losangelino. Complice l’allora recente,
trionfale partecipazione dei nostri al Clash Of The Titans (di cui sono
immortalate tre apparizioni), il disco vende benissimo, tanto da superare
facilmente il milione di copie solo negli Stati Uniti.
La tracklist di “Decade”, che originariamente doveva essere affiancato da un
documentario (progetto poi abbandonato, eccezion fatta per la release dei
video di “War Ensemble” e “Black Magic”), offre una carrellata di brani
selezionati che rivisitano la discografia completa dei californiani,
partendo dal seminale debutto “Show No Mercy” per finire con il campione di
vendite “Seasons In The Abyss”, prevedibilmente l’album più saccheggiato
(con ben 8 pezzi su 10); una scelta che inevitabilmente penalizza lavori non
meno importanti come Hell Awaits o South Of Heaven, che avrebbero forse
meritato maggior considerazione.
Il massacro è inaugurato dalla celebre “Hell Awaits”, monumentale nel suo
crescendo, seguita a ruota dall’intramontabile “The Anti-Christ” e dalla
terremotante “War Ensemble” (destinata a diventare un classico): la coppia
Kerry King-Jeff Hanneman genera inferno sonoro, a cui si mescolano le urla
lancinanti e sguaiate di Tom Araya, perfettamente a suo agio nel prestare la
propria voce all’ideale colonna sonora dell’apocalisse (sentitelo in “South
Of Heaven”); menzione speciale per la prestazione di Dave Lombardo,
impeccabile come sempre nel devastare il suo drum-set.
La band non si risparmia: da antologia la ferocia esecutiva con cui è
riproposto il micidiale trittico Raining Blood-Altar Of Sacrifice-Jesus
Saves, teatro ideale per i duelli al fulmicotone delle due asce slayeriane,
che macinano un riff dietro l’altro; rallentano mediamente i tempi con la
successiva, morbosa “Dead Skin Mask”, ma non cala l’intensità: la verve
isterica con cui il frontman cileno interpreta il brano è esemplare. La
trafila di classici continua con “Seasons In The Abyss” (spettacolare nei
suoi fraseggi) e l’acclamata “Mandatory Suicide”, per poi chiudere in
bellezza con l’immancabile “Angel Of Death”, probabilmente il pezzo più
famoso mai composto dal quartetto di Huntington Park.
Il secondo disco riprende il discorso del primo, pur privilegiando la
produzione più recente: è il caso delle varie “Blood Red”, “Born Of Fire”,
“Expendable Youth”, “Hallowed Point” e “Spirit In Black”, che non sfigurano
minimamente (specie quest’ultima) in mezzo a tanti capolavori. Ma la vera
sorpresa è la presenza di alcune chicche pescate a piene mani dagli esordi
della band, su tutte l’inossidabile accoppiata “Die By The Sword”-“Black
Magic” e “Captor Of Sin” (estratto dell’ep “Haunting The Chapel”), più
veloci e, se possibile, violente rispetto alle versioni originali. Alla
tellurica “Chemical Warfare” spetta il compito di suggellare un album
bellissimo, poco più di ottanta minuti che faranno la gioia di tutti i
thrash maniacs.
“Decade Of Aggression” è un disco genuino, “Slayer completely LIVE” come
recita orgogliosamente il nutrito booklet (che annovera tra l’altro un paio
di imperdibili foto d’archivio): la produzione, grezza e potente (courtesy
of Rick Rubin), è fedele nel riproporci le gesta del quartetto, sebbene non
sia esente da alcuni difetti di registrazione (i volumi delle due chitarre
non sono equilibrati in vari passaggi).
Ma questi sono dettagli che non possono e non devono farvi esitare di fronte
all’acquisto di un live album che, a buon diritto, può fregiarsi del titolo
di “non-plus-ultra” in campo thrash.

Nota per i collezionisti:
“Decade Of Aggression” fu inizialmente distribuito sotto Def American con un
artwork differente da quello qui proposto: la copertina originale ritraeva
gli Slayer in posa, sormontati dal classico logo con l’aquila e le spade
(foto poi recuperata come prima pagina del booklet); la stessa etichetta si
riservò di ristampare l’album nel 1995, anno in cui si registrò il cambio di
copertina (la vecchia stampa è fuori produzione da anni).
Il doppio live fu inoltre distribuito come box set limitato a 10000 copie
con rivestimenti di ferro, contenente due bonus track: “Skeletons Of
Society” e “At Dawn They Sleep”.

Disc one

01 Hell Awaits*
02 The Anti-Christ*
03 War Ensemble*
04 South Of Heaven*
05 Raining Blood*
06 Altar Of Sacrifice*
07 Jesus Saves*
08 Dead Skin Mask*
09 Seasons In The Abyss*
10 Mandatory Suicide*
11 Angel Of Death*

Disc two

01 Hallowed Point**
02 Blood Red**
03 Die By The Sword***
04 Black Magic***
05 Captor Of Sin***
06 Born Of Fire***
07 Postmortem**
08 Spirit In Black***
09 Expendable Youth***
10 Chemical Warfare***

* recorded live at Lakeland Coliseum, Lakeland, Florida 13/07/91
** recorded live at Wembley Arena, London, England 14/10/90
*** recorded live at Orange Pavilion, San Bernardino, California 08/03/91

Line-up:

Tom Araya: bass/vocals
Kerry King: lead/rhythm guitar
Jeff Hanneman: lead/rhythm guitar
Dave Lombardo: drums

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