Recensione: Deceivers

Di Marco Donè - 18 Novembre 2022 - 6:00

Davvero curioso il caso degli Arch Enemy: negli anni Novanta la formazione svedese rappresentava un nome culto all’interno del panorama death melodico, che proprio in quel periodo stava prendendo forma. All’epoca, nominare la band capitanata dai fratelli Amott era sinonimo di essere degli intenditori del metallo. Dal debutto del 1996 a oggi sono passati ben ventisei anni e gli Arch Enemy ne hanno fatta di strada. A tutti gli effetti sono diventati uno dei nomi forti della scena metal internazionale: vendono vagonate di dischi e nei festival ricoprono posizioni di assoluto rilievo. Spesso risultano headliner, a volte pre-headliner quando devono lasciare spazio a delle autentiche istituzioni, come Judas Priest o Mercyful Fate, giusto per fare i primi nomi che vengono in mente. E questi ultimi anni – in cui gli Arch Enemy si sono trasformati da band culto a formazione di spicco dell’attuale scena metal – hanno testimoniato una strana tendenza: le stesse persone che vent’anni fa nominavano il gruppo di Michael Amott per manifestare la propria “conoscenza” in ambito metal, ora citano gli Arch Enemy solo per definirli “modaioli”, “venduti”, assieme a tanti altri coloriti aggettivi. La psiche del metallaro duro e puro non smette mai di affascinare, anche se segue sempre una precisa regola: un gruppo è fico se underground, “venduto” se “mainstream”.

Dopo questa curiosa disamina “sociale”, cambiamo decisamente passo e ci addentriamo a tutti gli effetti in ‘Deceivers’, dodicesimo full length di Amott e soci. Bastano le prime note di ‘Handshake with Hell’ per apprezzare la produzione dell’album, letteralmente esplosiva, curata e cristallina, come si addice a una band di livello quali sono gli Arch Enemy. Okay, ma la musica, le canzoni? Eh, avete ragione… Beh, possiamo tranquillamente dire che le composizioni regalano grandi emozioni! ‘Deceivers’ prosegue il percorso che gli Arch Enemy hanno intrapreso con i precedenti “War Eternal” e “Will to Power”, sfoggiando un metal moderno, melodico e d’impatto. Il disco rappresenta al meglio cosa siano gli Arch Enemy nel 2022, spaziando da pezzi più diretti e in your face, come ‘Sunset over the Empire’, ad altri più melodici e immediati, come ‘The Watcher’, che si rivela uno degli assoluti highlight del disco. Inutile nascondere come i Nostri abbiamo composto “Deicevers” ponendo particolare attenzione alla dimensione live. Le undici canzoni che caratterizzano l’album, infatti, sembrano studiate per rendere al massimo proprio in tale sede: impatto, melodia, ritornelli facilmente memorizzabili, parti cadenzate che invitano all’headbanging: se vuoi fare centro in sede live sono proprio queste le componenti su cui devi puntare, e gli Arch Enemy sanno come mescolare a dovere tutte queste caratteristiche. Basta ascoltare la già citata ‘The Watcher’, o la bellissima ‘House of Mirrors’ per trovare conferma in quanto appena affermato.

Da sottolineare, poi, l’ottima prova dei singoli che, pur senza strafare, mettono a segno una prestazione davvero convincente. E con i nomi presenti tra le fila degli Arch Enemy non poteva essere altrimenti. Le due asce di Amott e Loomis mettono a segno dei riff coinvolgenti, semplici ma di assoluto impatto, e offrono il loro meglio in sede solistica. La sezione ritmica può contare su un Daniel Erlandsson in forma smagliante, che oltre a martellare come un forsennato, regala alcune finezze che denotano un gran gusto musicale. Sharlee D’angelo è la solita macchina da guerra, capace di creare un autentico muro di suono. Alyssa White-Gluz riesce a interpretare e rendere “viva” ogni sfumatura, ogni anima presente in “Deceivers”, sfornando una prova che definire trascinante è dire poco. E proprio parlando di Alyssa White-Gluz va segnalato il maggior uso di parti in clean voice rispetto al passato. Un esperimento che gli Arch Enemy avevano già provato – con risultati altalenanti – nel precedente “Will to Power”, ma che in “Deceivers” trova maggiore impiego e risulta sicuramente più convincente e amalgamato al sound di Amott e compagni. E se i risultati sono questi, la speranza è che in futuro la cantante canadese possa osare ancor più in questa direzione.

Deceivers”, insomma, è senza ombra di dubbio un disco riuscito, nettamente superiore al precedente “Will To Power”. Con “Deceivers” gli Arch Enemy sono riusciti a sviluppare al meglio il percorso iniziato con “War Eternal”, rinnovando il loro sound ma senza perdere di vista le proprie radici. Con “Deceivers”, infatti, gli Arch Enemy mettono a segno un album che guarda nettamente al presente, caratterizzato da un sound moderno, ma che non dimentica il passato della band e del metallo in generale. Un lavoro che punta tutto su melodia e impatto e che saprà soddisfare appieno le schiere di fan su cui gli Arch Enemy possono contare. Un full length che, come sottolineato qualche riga sopra, darà il suo massimo in sede live. Certo, siamo tutti consci che “Deceivers” non possa toccare i livelli raggiunti dalla formazione svedese nella prima parte della propria carriera, con dischi come “Burning Bridges” e “Wages of Sin”, ma il nuovo album entra di diritto tra i migliori lavori pubblicati dai Nostri nella seconda metà della loro storia. Come? Se “Deceivers” potrà entrare nelle classifiche di fine anno, tra i migliori dischi del 2022? Difficile dirlo ora. Possiamo però affermare con certezza che “Deceivers” rientra tra i dischi più importanti di questo 2022, visto il gruppo che lo ha pubblicato. Un album che sottolinea come gli Arch Enemy, una delle super potenze dell’attuale scena metal, siano in ottima forma. Non rimane che attenderli nella dimensione live – dove Amott e soci sono in grado spigionare adrenalina ed energia come pochi altri – per dare libero sfogo a tutta la carica metallica contenuta in “Deceivers”. Davvero un’ottima conferma.

Marco Donè

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