Recensione: Demonized

Di Herr Baldrud - 12 Marzo 2007 - 0:00
Demonized
Band: Astarte
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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69

A tre anni di distanza dal precedente “Sirens” tornano le tre fanciulle più incazzate di tutta la Grecia!
E lo fanno in grande stile almeno nelle intenzioni, per piacere non solo agli onanisti più incalliti…
Son sicuro che molti storcono il naso di fronte ad un trio di belle donzelle che propongno in tutta scioltezza il loro efferatissimo (ma anche molto derivativo) Black Metal. Ma prima di fermarsi davanti a tanta grazia sarebbe molto meglio ascoltare la proposta delle greche in questione.
Proposta che come dicevamo in precedenza si snoda su territori Black venati da riff di matrice alcune volte più death-oriented.
Qui in effetti si viaggia a cavallo tra i loro connazionali The Elysian Fields e ultimi Behemoth.
Il gruppo capitanato dalla leader Tristessa (affiancata dalle avvenenti Katharsis e Hybris) per l’occasione chiama a raccolta diversi volti noti dell’ambiente come la biondissima Angela Gossow degli Arch Enemy presente su “Black at heart”, Henry TSK dei God Dethroned e nientemeno che Attila Csihar dei Black-gods Mayhem che compare in maniera molto convincente su “Lycon”.
La traccia in questione risulta essere una delle migliori del lotto e non solo per la presenza dell’ex Aborym.

Molto compatta la traccia d’apertura “Mutter Astarte” scelta anche per il video clip.
Macina vittime anche la title-track che si apre in maniera moltio diretta per poi viaggiare su tempi più cadenzati(sembra di scorgere l’ombra degli ultimi Rotting Christ) che comunque caratterizzano anche altre canzoni del disco. Di riff black metal è colma invece la violentissima “God I hate them all” dove fanno capolino anche degli assoli abbastanza riusciti.
Le Astarte d’altronde non hanno la pretesa di inventare nulla ma neanche le troviamo sforzarsi più di tanto per proporre qualcosa di innovativo…
“Queen of the damned” rimanda ai Celtic Frost (le Astarte compaiono anche sul tributo agli svizzeri con una loro versione di Sorrows of the moon) più orchestrali soprattuto nella primissima parte della canzone. Ottima come detto l’alternanza di mid tempos e sfuriate che comunque rimangono predominanti. La perla a mio avviso si trova verso la fine e si chiama “Everlast”: introdotta da un arpeggio sognante la track si snoda poi su territori carichi di pathos in un crescendo drammatico e struggente dove un piano fa da contraltare al tempo di batteria sostenuto da doppia cassa killer! Anche la voce di Tristessa risulta essere molto efficace nella sua disperata interpretazione.Solito assolo un pò fuori luogo verso la fine.
Comunque “Everlast” si fa apprezzare come uno dei pezzi migliori collocandosi, per fare un esempio, tra le prime composizioni dei tedeschi Enid e i nostrani Eneth soprattutto per quel flavour barocco donato dall’uso del pianoforte. Un pezzo insomma che sicuramente esula dal contesto ma al tempo stesso si lascia ben apprezzare.

In conclusione le nostre belle dame in nero avrebbero dovuto sforbiciare un pò qua e là, anche perchè 14 pezzi per un totale di oltre 60 minuti sono un pò troppi (vedi la scialba cover degli Accept,”Princess of the dawn” e le superflue “Lost”,”Heart of flames” e “Black star”). Riempire un disco con ospiti illustri a volte può non bastare…
Il lavoro che avrebbe potuto significare un salto di qualità si rivela invece un disco modesto che piacerà solo a chi le segue e anche a chi compra tutto (ma veramente tutto) in ambito estremo.
Da segnalare che nel promo in mio possesso si trovano foto e sfondi per desktop a volontà più i testi di tutti i dischi a nome Astarte e il video di “Mutter Astarte” a dir la verità veramente inutile…

TRACKLIST:

1.Mutter astarte
2.God i hate them all
3.Lost
4.Whispers of chaos
5.Demonized
6.Lycon
7.Queen of the damned
8.Heart of flames(burn)
9.God among men
10.Everlast
11.Black at heart
12.Black star
13.Princess of the dawn(Accept cover)
14.Everlast II(phoenix rising)

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