Recensione: Echoes From The Winter Silence
Con una melodia che ricorda le canzoni natalizie si apre “Echoes From The Winter Silence”, quarto studio album del progetto Tezza F. riconducibile al polistrumentista veronese Filippo Tezza. Il full-length è uscito a metà settembre per la Elevate Records, ha un discreto artwork (un po’ in stile Sabaton) ed è composto da 8 canzoni (finalmente un disco senza inutili intro!) per la durata totale di poco inferiore ai 52 minuti, segno che il minutaggio dei vari pezzi è alquanto elevato. Alla lunga, infatti, ascolto dopo ascolto, questo particolare si rivelerà un’arma a doppio taglio, nel senso che Tezza ha un attimino esagerato nel songwriting ed alcune tracce (come la lunga “One Last Sacrifice”, o la suite conclusiva “Winter Of Souls”, divisa in ben 4 movimenti) forse sarebbero state più efficaci e convincenti con qualche taglio qua e là ed un minutaggio minore. Non ho apprezzato, inoltre, le backing vocals in growling che compaiono ogni tanto e che ho trovato sinceramente fuori posto. Dopo l’ottima accoppiata iniziale, composta dalla “natalizia” opener “For A New Hope” e dalla tellurica “The Shining Path”, furbamente entrambe scelte per la realizzazione di lyric videos,
ecco che il ritmo rallenta parecchio con l’affascinante “Darkness”, canzone elegante, dall’incedere quasi melodrammatico e malinconico. Di “One Last Sacrifice” abbiamo già parlato (è soprattutto dopo il quarto minuto, nella parte centrale che il brano, altrimenti bello ritmato, fatica alquanto) e subito dopo arriva forse il pezzo migliore del lotto: la strumentale “Tides Of War”. E questo non perché la performance vocale di Filippo Tezza abbia qualcosa che non vada (assolutamente no!), ma semplicemente perché le parti strumentali di questo brano sono veramente piacevoli e ben fatte! “This Journey Begins” è l’immancabile ballad romantica e zuccherosa (detta sinceramente, non mi ha fatto impazzire), mentre “Sacred Fire” ricorda vagamente i Rhapsody sia per il lavoro alle tastiere, che per le parti corali e le ritmiche serrate della batteria (quanto mi piacerebbe che a suonare questo strumento sia un vero musicista e non un computer!). Si chiude con la lunga suite “Winter Of Souls”, come detto, divisa in quattro movimenti, quasi ¼ d’ora in cui Tezza ci mette tutta la sua passione, ma forse esagera un pochino già a partire dalla lunga parte introduttiva e magari avrebbe avuto migliore fortuna senza superare i 10 minuti di durata. Ciò nonostante, questo “Echoes From The Winter Silence” conferma le qualità indiscutibili del progetto Tezza F.; quando ci sono talento e passione è pressoché scontato che ne venga fuori qualcosa di valido e di piacevole da ascoltare, proprio come in questo caso!
