Recensione: Embroider

Di Andrea Bacigalupo - 7 Gennaio 2022 - 22:25
Embroider
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Heavy 
Anno: 2021
Nazione:
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74

Embroider’ è l’album di debutto dei Tailor’s Wave, progetto musicale nato nel 2020 per volontà di Samuele Sarti e Rick Forsenna, ai quali si è unito in corsa, durante la registrazione, Fabio Bucci, presente come special guest negli ultimi quattro pezzi.

Appartenenti alla scena Rock e Metal toscana, gli artisti hanno già una certa esperienza: Rick Forsenna (pseudonimo derivante dal suo modo ‘pacato’ di suonare la batteria) è la voce dei Tombstone, band Heavy Metal presente dal 1988, ed ancora ben piantata, nonostante una pausa di dieci anni tra il 1999 ed il 2009, e con all’attivo l’album ‘Manitou Hill’, Samuele Sarti è la voce e chitarra delle band Alternative Rock Thee Outlaw e Thorobred’s, con nel proprio carniere i platters ‘The Ashes of the Road’ la prima e ‘On The Ground’ e ‘Tears of Rage’ la seconda, mentre Fabio Bucci canta negli Hellblade, band di Alternative Metal con all’attivo il Full-Length ‘The Equilibrium of Chaos’, che vede come ospite proprio Rick Forsenna.

Molto creativa, la band ha dato alla luce un album che in neanche mezz’ora fa esplodere un sacco di schemi. Il lavoro risente di una certa carica ‘retrò’, unendo la ribellione scatenata dall’Hard Rock alle trame scure e gotiche della NWOBHM, ma è anche ben saldato nei nostri tempi, unendo all’antico un certo gusto per l’Alternative condito con qualche sfumatura che vira al Thrash (ma proprio sfumature ehhh!, qui non si parla né di Metallica né di Slayer).

I sentieri esplorati sono densi di una nebbia fuligginosa, tutto è pesante ed opprimente in questo ‘Embroider’ ma, al contempo, deciso ed incisivo, senza compromessi.

Melodie e riff s’incrociano continuamente e le linee di basso addensano il tutto in otto pezzi dal buon tiro e dall’anima cangiante e sofferente.

Si passa dal Power inquietante di ‘Traps’, guidata da oscure trame orchestrali, allo Speed martellante di ‘Evil Spider Web’, alla carica Thrasher della spietata ‘Stormy Soul’, al nero Rock ‘N’ Roll di ‘Sbam’n Roll’, con le sue sfumature orientali, per arrivare alla potenza sonora di ‘Criminals in Tie’ e ‘In War’.

Il cantato di Rick da un lato seduce, ma dall’altro aggredisce ed accusa nel tentativo di scuotere e di far ragionare ed è ulteriormente rafforzato quando c’è l’apporto della voce roca di Fabio.

Embroider’ è un album ribelle, ossessivo, permeato di malvagia rabbia, perché è questo che esprimono i ‘Tailor’s Wave’, denunciando con fermezza, chiarezza e secondo la propria opinione le follie di questo balordo periodo: la crudele decisione di lasciare soli gli anziani durante il lockdown, le menzogne che vengono fuori dalla rete, le difficoltà di chi si sente diverso e deve nasconderlo, il controllo che ha generato la pandemia, l’illusione data dal potere.

In conclusione la prima fatica dei ‘Tailor’s Wave’ è molto coinvolgente e sprigiona parecchia personalità. Speriamo di sostituire presto il termine ‘progetto’ con ‘vera band’, così come deve essere.

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