Recensione: Essential Ballads

Di Gaetano Loffredo - 29 Maggio 2006 - 0:00
Essential Ballads
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2006
Nazione:
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70

Jeff Scott Soto è un nome altisonante che rimbomba sull’emisfero Hard Rock da ventiquattro anni.
Nato il quattro novembre 1965 a Brooklyn, New York, Jeff ha vissuto il periodo della formazione artistica cibandosi di pane e Queen, Journey, Jackson 5.
La carriera di questo affascinante cantautore comincia quindi nel lontanissimo 1982 insieme al fratello Joey con il quale decise di formare una serie di metal bands. L’anno trascorso nella high school friend in Colorado è un passaggio fondamentale per l’avvio della sua immensa carriera nel mondo del rock che ebbe un prepotente inizio nel 1984 quando partecipò alle audizioni fissate da un componente degli Alcatrazz, tale Yngwie J. Malmsteen che, dopo aver ascoltato un demo-tape, immaginò le sue “creature” cantate esclusivamente da quel ragazzino misconosciuto. E’ l’inizio degli Yngwie J. Malmsteen’s Rising Force, il resto è storia.

Centinaia le apparizioni come lead e backing vocals anche tra le fila di band osannate, prendo ad esempio Axel Rudi Pell, Talisman, Takara, House of Lords, Stryper, Lita Ford, Edge of Forever, Michael Schenker Group e chi più ne ha più ne metta.
La sua voce è riconosciuta anche nel mondo cinematografico e per chi non lo sapesse, Jeff è colui che ha scritto e cantato sei brani degli Steel Dragon per la pellicola “Rockstar” e appare nella soundtrack del film “Flubber”. Vi risparmio le altre numerosissime e importanti apparizioni e comincio a parlarvi di Essential Ballads, collection di brani sdolcinati provenienti dalle pubblicazioni di EP e full length solista.

Sedici estratti, tre dei quali inediti e tredici bellezze edite e raccolte in un unico contenitore d’emozioni iniziato dalla chitarra acustica della strappalacrime If This Is The End, recente ballata selezionata dall’ultimo Lost in the Translation (2004). Fortunatamente c’è un minimo di ragionamento dietro ad un prodotto che avrebbe potuto creare qualche malumore se costituito da 16 pezzi lentissimi e iper-sdolcinati; conforta quindi la scelta di alternare qualche pezzo tendente all’AOR più sfizioso come Holding On o quella 4U nella quale Jeff si misura con un falsetto atipico e vincente.
Favolosa la cover dei Journey, Send Her My Love, e con piacere riascolteremo By Your Side da Prism (2002) fino all’odierna Lonely Shade Of Blue dall’Ep Believe in Me (2004).
Spicca incontrastata la voce dell’artista americano che riesce a trasformare in oro anche i momenti meno densi e intensi del lavoro in questione che, raggiunge l’apice proprio negli inediti che vado a commentarvi.
Through it All; candida, leggera e soffice nella traversata ritmica non oppone alcuna resistenza a quanto già presentato confermandosi un lento affettuoso ed introspettivo. Di ben altra natura l’incedere di Last Mistake che si propone come scanzonato inno AOR, allegro ma non troppo.
Infine, così come il disco è cominciato, altro brano introdotto da chitarra acustica ma evidentemente meno “romantico” del resto: Another Try. Tre pezzi che i fans più legati al cantante dovranno collezionare.

Nota non a margine, Essential Ballads mette in commercio brani intatti nella loro struttura ma doverosamente ri-masterizzati per l’occasione. Chi possiede le versioni originali, pertanto, non troverà nient’altro che un suono appena più pulito e cristallino anche se le differenze sono davvero minime e talvolta impercettibili.
Consiglio l’acquisto del disco a coloro che non possiedono la discografia di Jeff Scott Soto e a coloro che la possiedono ma che non possono fare a meno di accumulare suo materiale in attesa del prossimo solista e del prossimo album dei Talisman.

Gaetano “Knightrider” Loffredo
 

Tracklist:
1.If This Is The End
2.As I Do 2 U
3.Holding On
4.Send Her My Love
5.Lonely Shade Of Blue
6.This Ain’t The Love
7.Don’t Wanna Say Goodbye
8.4U
9.Still Be Loving U
10.Till The End Of Time
11.Sacred Eyes
12.By Your Side
13.Beginning 2 End
Bonus Tracks:
14.Through It All
15.Last Mistake
16.Another Try

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