Recensione: Eternal Nightmare

Di Alberto Franco - 31 Marzo 2012 - 0:00
Eternal Nightmare
Band: Vio-Lence
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 1988
Nazione:
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83

La seconda metà degli anni ottanta, come molti lettori sicuramente sapranno, può essere considerata, senza temere smentite, il periodo d’oro del thrash metal. L’uscita nel 1986 di veri e propri masterpiece del genere, quali “Master of Puppets” dei Metallica, “Reign in Blood” degli Slayer o “Peace Sells… But Who’s Buying?” dei Megadeth, portò una ventata d’ispirazione, pari ad un vento nucleare in grado di smovere ogni istinto legato alla composizione di questo genere. Conseguenza? Un incremento esponenziale nella produzione di album thrash metal. Grazie a questo vero e proprio exploit, molte band che fino a quel momento non erano riuscite ad emergere ebbero la possibilità di far sentire la propria voce sul mercato discografico.

Uno di questi gruppi furono i Vio-lence, che debuttarono con il full-length “Eternal Nightmare”. La formazione, che dalla nascita del gruppo nel 1985 subì molti cambi, porta con sé due nomi attuali dei Machine Head, ovvero i chitarristi Phil Demmel e Rob Flynn. Tuttavia chi si avvivina ai Vio-lence sperando di trovare qualche somiglianza al sound dell’attuale band di Flynn e Demmel rimarrà deluso. La musica proposta dal combo è un thrash che sa unire sapientemente il lato più ‘ignorante’ e ‘rozzo’ del genere e quello più tecnico, con una predilezione per l’aggressività, come testimonia la copertina, decisamente inquietante.

Passiamo alla musica: ad aprire l’album è la title track che in 6.12 minuti riesce a riassumere buona parte delle soluzioni usate in quegli anni dai gruppi heavy metal. Dopo un’Intro cadenzata, che sale in un crescendo di velocità, parte il primo riff ‘spaccaossa‘, che sicuramente dal vivo avrà scatenato il pubblico in più di un’occasione. Dopo uno stacco fulmineo parte la strofa portante della prima metà del pezzo, con la quale è difficile astenersi dallo scuotere la testa. Non mancano i rallentamenti, nei quali la voce di Sean Killian è coadiuvata da cori, spesso utilizzati all’interno dell’album, che possono ricordare gli Anthrax di “Spreading the Disease” o “Among the Living”. Presenti, ovviamente, anche i soli, molto veloci, ma con un gusto per la melodia non comunissimo.
Uno degli aspetti che rende la musica dei Vio-lence immediatamente riconoscibile è sicuramente la voce. Sean Killian ha un approcio al genere personalissimo che a tratti può ricordare lo stile di Dave Mustaine dei già citati Megadeth. Le sue timbriche vocali, sempre molto alte, trovano spesso soluzioni azzardate che, tuttavia, si sposano magnificamente con le strutture melodiche della coppia d’asce. Purtroppo proprio questa caratteristica rende a molti la musica del gruppo ostica, poiché la voce di Killian è una di quelle che o si ama o si odia. Si potrebbero citare anche tutte le altre canzoni del lotto (in totale sette) ed avere la conferma che l’album procede su standard qualitativi sempre piuttosto alti; basti ascoltare la devastante la coppia finale composta da Bodies on Bodies e Kill on Command, due canzoni assassine che incedono velocissime senza fermarsi davanti a nulla e nessuno. La prima presenta una serie di ripartenze veramente micidiali ed un intermezzo spiccatamente ‘mosh’, la seconda è contraddistinta da un vortice di riff al fulmicotone che evidenzia la notevole capacità tecnica della band.

Merita di essere citata la produzione dell’album che, pur partorita da un budget ridotto, è apprezzabile e rende onore a tutti gli strumenti, persino il basso, nel thrash spesso relegato in secondo piano dalle chitarre.
Purtroppo la band non ottenne il successo sperato, poiché dopo altri due album, l’ottimo e furioso “Oppressing the Masses” e l’oscuro “Nothing to Gain”, fu costretta a sciogliersi. 

“Eternal Nightmare” è stato uno dei numerosi prodotti che affollarono la scena underground del periodo. Certo, per molti potrà essere solo un album di una delle tantissime band che affollavano la scena della Bay Area del tempo, ma il suo punto di forza è quello di presentarsi a noi genuino, frutto della passione di ragazzi che componevano cercando di mettere tutta la loro personalità reinterpretando i grandi maestri a cui si ispiravano. Un lavoro che sicuramente verrà apprezzato da tutti gli amanti del thrash old-style.

Alberto Franco

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Tracce:
01. Eternal Nightmare – 06:11  
02. Serial Killer – 02:59   
03. Phobophobia – 06:31    
04. Calling in the Coroner – 03:55   
05. T.D.S. (Take It As You Will) – 05:04  
06. Bodies on Bodies – 05:47  
07. Kill on Command – 04:56   

Durata: 35 minuti ca.

Formazione:
Dean Dell: Basso
Phil Demmel: Chitarra
Robb Flynn: Chitarra  
Sean Killian: Voce
Perry Strickland: Batteria

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