Recensione: Euroforce

Di Enzo - 21 Luglio 2005 - 0:00
Euroforce
Band: Euroforce
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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78

La giovane quanto “volenterosa” etichetta Sonic Age Records questa volta è riuscita a mettere sul mercato un album di caratura davvero notevole. Ragazzi i Greci Euroforce ci sanno davvero fare. La band è nata dalla collaborazione di due noti musicisti greci, il cantante Parcharidis e l’ottimo chitarrista Theodore Ziras. La musica che gli Euroforce ci propongono è un Heavy Metal addirittura dalle tinte neoclassiche, un genere quindi molto delicato e che necessita di un’ottima preparazione tecnico/compositica per non scadere nel banale.
Ma fortunatamente i nostri di preparazione ne hanno da vendere e ne è un’indiscussa prova la splendida opener Spirit Raven che, con il suo flavour addirittura arabeggiante riesce a far comprendere di che pasta è fatto il gruppo. La seguente The European Lie fa il verso al Malmsteen del must Odissey mentre Trumphets of Old, dall’incedere più veloce e potente, è un’altra chiara quanto riuscitissima manifestazione di Heavy Metal dalle tinte neoclassiche. Il funambolico assolo che è posto in apertura della seguente Criw Seeker ha chiaramente l’intenzione di dimostrare l’ottima caratura tecnica del preparatissimo chitarrista Theodore Ziras. Non sfigura a quanto sentito la successiva e più pesante Modern Time, introdotta da un riffing quasi cupo, il brano si snoda su di una costruzione melodica più ragionata che esprime tutta la sua potenza attraverso l’ottimo refrain. La splendida Hellenic Spirit si riallaccia a quelle atmosfere dal flavour epico che avevano caratterizzato l’opener dell’album mentre rallentano i ritmi all’insegna di melodie dolci ma mai banali con la seguente Neptune’s Hand, splendida ballad dalle eroiche tinte musicali costruita su di una sognante melodia tessuta dalla chitarra di Ziras sulla quale si adagia in maniera perfetta la calda voce del singer Parcharidis.
Il duo composto dalle seguenti Spirit by My Side e Brighter Hellas (bellissimi i suoi chorus) forma un altro incandescente blocco di Heavy Metal melodico dalle tinte neoclassiche mentre con Weeping of a Stone, ancora una volta introdotta da un fulminante assolo, gli Euroforce raggiungono elevate vette compositive andando a costruire interessanti intrecci chitarristici. La velocissima strumentale Ubiquitous è la semplice testimonianza dell’altissimo spessore tecnico che il combo greco può vantare, la canzone è il preludio alla closer Byzantine Heritage, fast song che riesce a racchiudere tutte quelle atmosfere che resero grandi quei Rising Force del mai troppo lodato Malmsteen.
In conclusione gli Euroforce grazie ad un’ottima tecnica strumentale, grazie ad un songwriting sempre fresco ed avvincente e grazie alle influenze musicali giuste sono riusciti a comporre un disco di raffinatissima fattura che non potrà non piacere a tutti gli amanti di quell’Heavy metal tanto caro al Malmsteen del periodo Odissey/Trilogy.
Vincenzo Ferrara

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