Recensione: Evaricade

Di Fabio Vellata - 4 Dicembre 2025 - 0:01
Evaricade
75

Un po’ di amarezza, tocca dirlo, nello scrivere questa recensione.
Evaricade” è, infatti, il congedo un po’ triste, orgoglioso e decisamente prematuro dei Nightblaze. Un EP che, invece di limitarsi a tirare le somme, rilancia sul piano artistico proprio mentre il progetto viene archiviato, lasciando la sensazione di una corsa interrotta sul più bello. Nel giro di dieci brani fra inediti e riarrangiamenti, la band affina il proprio AOR moderno e lucidissimo, spostandolo verso territori più dinamici e contaminati senza mai perdere di vista il cuore melodico che aveva fatto appassionare la nicchia di riferimento.​

Il poker di nuovi pezzi è il vero centro emotivo del disco. “State Of Grace” apre con un sound aperto, brillante e molto curato nelle dinamiche, perfetto per mettere in vetrina il timbro pulito di Damiano Libianchi e la produzione di Dario Grillo, chiara ma corposa. “Tonight” lavora su contrasti più marcati, alternando slanci energici a passaggi più raccolti e costruendo un ritornello immediato che richiama il miglior melodic rock radiofonico, senza però suonare derivativo.​
Novemberine Walls” è il pezzo che più mostra la maturità raggiunta. Parte controllata, quasi in sottrazione, e cresce progressivamente fino a uno sviluppo chitarristico (ospite la lead di Orazio Fontes) che aggiunge spessore e una vena quasi drammatica. “Take Me Home” chiude idealmente il percorso degli inediti su un registro più emotivo, giocato sulle sfumature vocali e su una scrittura pensata per lasciare il segno nel lungo periodo più che al primo giro.​

La seconda metà dell’EP è un ideale laboratorio sui brani del debutto, tra riletture atmosferiche, orchestrali e dance che allargano il perimetro sonoro della band. L’arrangiamento rarefatto di “Hold On To Me (Atmospheric Version)” e quello etnico di “Fading Away” spingono sui synth e su un gusto quasi cinematografico, puntando su ambienti e colori più che sui classici incastri da AOR.​

La “Dance Version” di “Take On Me” e la “Romantic Version” di “Tonight” strizzano l’occhio a un’estetica da colonna sonora, tra elettronica leggera e romanticismo notturno, mentre “Novemberine Walls (Orchestral Version)” porta il brano verso un respiro sinfonico che ne esalta la carica emotiva. “Tell Me (Remastered Version)” funziona da ponte con il passato recente, ribadendo la vocazione della band per un rock melodico classico ma rifinito con cura contemporanea.​ Nulla di veramente necessario, ma comunque indicativo delle capacità di variazione in possesso della band.

Evaricade” non manca di offrire buoni spunti anche in termini di pura resa. Il disco suona compatto, moderno e molto preciso nei dettagli. Ogni strumento trova spazio in un mix che privilegia chiarezza e dinamica rispetto al muro sonoro, restituendo bene sia la parte più rock sia i momenti atmosferici. La voce resta in primo piano ma non fagocita il resto, mentre chitarre, tastiere ed elettronica dialogano in modo naturale, segno di una visione sonora ormai ben interiorizzata.​

Nel contesto della scena AOR italiana, l’EP conferma i Nightblaze come una delle realtà più pronte ad ottenere riscontri all’estero, per gusto, suono internazionale e capacità di scrittura. Come già specificato in occasione dell’esordio dello scorso anno, una band che mette in fila tutti gli elementi utili per essere gradita ai fan del rock melodico in senso ampio.
Proprio per questo la decisione di chiudere qui il percorso lascia un retrogusto agrodolce. Il disco racconta una band che non solo non era alla frutta, ma stava iniziando a esplorare altre possibilità, trasformando un semplice “ultimo capitolo” in un’occasione mancata per chi non ha saputo o voluto credere fino in fondo in questo progetto.

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