Recensione: Eyes World Shut

Di Daniele D'Adamo - 7 Ottobre 2012 - 0:00
Eyes World Shut
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Anno: 2012
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83

L’evoluzione dell’evoluzione.

Se il gothenburg metal, all’inizio degli anni ’90, rappresentò una seria digressione dal death metal ortodosso, si può affermare – magari in tono minore, per ora – che i Code For Silence siano gli epigoni di un altro step di progressione. Che, stavolta, prende via proprio dallo swedish death metal.

Nati nel 2006 come ‘studio-only project’, i sette finlandesi – provenienti da act di provata classe quali Stratovarius, Beyond The Dream, No Sign Of Life, Solution .45, Dark Days Ahead e Sons Of Aeon – dopo un demo (“Today You Die”, 2007), un singolo (“Havoc”, 2008) e, soprattutto, un full-length (“D.Ecaying M.Atter – O.Rganic N.Emesis”, 2009), decidono di fare sul serio stabilizzando la formazione e iniziando a suonare dal vivo. Così, quest’anno, arriva il secondo album, “Eyes World Shut”, realizzato dall’Inverse Records nel solo formato digitale.

Un lavoro, questo, che fa da palestra d’allenamento per le (quasi) infinite possibilità di contaminazioni cui può resistere il death mantenendo forte e robusta la sua fibra primigenia. Strabilianti orchestrazioni, ritmi danzerecci, intarsi swing (“The Art Of Being A Coward”), ritornelli rock (“Flashbacking One Night Stand”), linee vocali diversissime fra loro, maestose e ariose aperture melodiche (“Brothers”) e molto altro ancora sono gli ingredienti che i Code For Silence mettono in gioco. Senza snaturare lo spirito, la natura e la filosofia del melodic death metal che, in breve, è quella di unire tanta melodia ad altrettanta aggressività. Accanto ai rabbiosi riff dal suono marcio e corrotto delle due asce da guerra (“Death Bringer”) e ai fulminanti blast-beats che, a volte, squarciano l’atmosfera, si trovano, difatti, armonizzazioni piacevoli, morbide e piene di pathos. Il tutto per un suono pieno, carnoso e potente, da ascoltare ad alto volume per apprezzarne la profondità e la melodiosità. Come Giano bifronte, insomma, da un lato la coppia Anssi Komi/Teemu Liekkala scarifica le carni con le chitarre, dall’altro ne lenisce il dolore con l’abbondante miele prodotto dalle tastiere (“Release The Hounds”).

Al contrario di altri esperimenti del genere, poi, l’unione di così tanti talenti nel campo del metal estremo (e non) ha dato vita a un progetto consistente e concreto. A volte, non a caso, l’unione non fa la forza e certi esperimenti per metter su dei super-gruppi falliscono miseramente. In questo caso, invece, i sette musicisti nordeuropei formano un ensemble per davvero; riuscendo in un gioco di squadra efficace quanto raffinato. Nonostante le teste pensanti siano più di una e, come già evidenziato, la quantità d’inquinamento musicale formi la caratteristica peculiare del combo di Jyväskylä, lo stile di “Eyes World Shut” ha i contorni netti, privi di cedimenti e sfumature.  

Ciliegina sulla torta, e qui davvero i Code For Silence fanno la differenza con tanti colleghi, sono le canzoni. L’arte del songwriting è merce rara da trovare in abbondanza ma non per Tony Kaikkonen e i suoi compagni. Dalla cattiva “Rose Blooms In Bloodred” alla suite “On The Streets Of A Sleeping City” non c’è un punto debole, un calo d’intensità o qualche elemento di discontinuità: tutte le song sono, per un motivo o per l’altro, interessanti, varie e orecchiabili. Stranamente, o meglio per via della bravura dei Nostri, le melodie, i refrain, le strofe, i bridge, entrano in testa al primo ascolto ma, nel complesso, occorrono parecchi passaggi per apprezzare il disco al 100%. Facilità di ascolto e longevità, insomma. Due caratteristiche che di rado vanno a braccetto. Fra l’eccellente insieme di brani, non se ne possono non citare alcuni. La sinfonica “Eye For An Eye”, per esempio, il cui ritmo travolgente e il cui stupendo ritornello esplodono letteralmente nella parte della mente dedicata al piacere. Poi, la rutilante ed effettata “Neo-Synchronized Capone Dance”, ricca di elettronica ma poderosa come un carro armato. “Deathrace”, ancora, materializza fantastiche visioni imitando per esse “7 Days To The Wolves” dei Nightwish (“Dark Passion Play”, 2007), in un turbinio vertiginoso di formidabili colori ed emozioni.     

Chi vive a pane e Cannibal Corpse rifugga dai Code For Silence e dal loro “Eyes World Shut”. Gli altri, corrano a comprarlo!      

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Rose Blooms In Bloodred 4:13     
2. Flashbacking One Night Stand 3:40        
3. Death Bringer 4:02         
4. Brothers 6:00         
5. The Art Of Being A Coward 3:55         
6. Eye For An Eye 4:29     
7. Neo-Synchronized Capone Dance 4:05         
8. Release The Hounds 4:12         
9. Deathrace 4:52         
10. On The Streets Of A Sleeping City 9:49                    
    
Durata 49 min.

Formazione:
Tony Kaikkonen – Voce
Antti Ström – Voce
Mikko Ahlfors – Voce
Anssi Komi – Chitarra/Tastiere
Teemu Liekkala – Chitarra/Tastiere
Petteri Kattainen – Basso
Rolf Pilve – Batteria

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