Recensione: Fatal Encounter

Di Stefano Ricetti - 16 Marzo 2023 - 11:21
Fatal Encounter
Band: Air Raid
Etichetta: High Roller Records
Genere: Heavy 
Anno: 2023
Nazione:
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68

Nati nel solco dei vari Screamer, Ambush, Enforcer (a proposito, ottima e convincente la calata italica di questi ultimi due in compagnia dei feroci Evil Invaders dell’anno scorso, fra le mura dello Slaughter di Paderno Dugnano il 21 maggio, qui il live report di quella serata) gli svedesi Air Raid prendono forma in quel di Göteborg nel 2009 per volere del chitarrista Andreas Johansson. Dopo un demo contenente due tracce nel 2011 seguito da un Ep intitolato Danger Ahead l’anno successivo è la volta del debutto su full length, Night Of The Axe, sotto Stormspell Records, sempre nel 2012. In linea di continuità vedono poi la luce altri due album targati High Roller Records: Point Of Impact (2014) e Across The Line (2017).

I consensi riscossi da quest’ultimo inducono gli svedesi a pubblicare il singolo Demons’ Eye nel 2019, così da poter mantenere in caldo il loro nome fra le schiere degli appassionati sino ad arrivare ai giorni nostri, testimoni dell’uscita del quarto disco della carriera, intitolato Fatal Encounter e sempre associato all’etichetta tedesca High Roller Records. Da registrare l’innesto, all’interno della line-up, di una sezione ritmica nuova di zecca, composta da Jan Ekberg al basso e William Seidl alla batteria. Il resto della formazione si completa con lo storico chitarrista fondatore Andy Johansson e i due fidi, per modo di dire, Magnus Mild (chitarra) e Fredrik Werner (voce), entrambi nella band da Across The Line in poi.

Fatal Encounter, che si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi, foto dei singoli membri e d’insieme della band e le note tecniche di rito annotate sul finale, consta di trentotto minuti scarsi di durata.  La miscela proposta dagli Air Raid poggia su basi solidamente heavy metal, sebbene innervate da linee melodiche di facile appeal, come da tradizione scandinava, che non disdegnano, talvolta, tracimazioni nell’hard rock più tellurico. Echi di Riot, Hammerfall, Yngwie Malmsteen, Stratovarius, Dokken fanno capolino lungo i nove pezzi ricompresi dentro il dischetto ottico, per un album che sa mantenere un buon tiro per tutta la sua durata. Quello che manca, però, è l’impennata, il pezzo che ti spinge a premere il tasto “<<” per poi pigiare nuovamente “Play”.

La pecca di Fatal Encounter va ricercata nelle fasi di produzione, sebbene a livello generale il disco suoni al passo con i tempi, incapaci di fornire il meritato slancio all’ugola del dotato Fredrik Werner, che ne esce irrimediabilmente sconfitta, risultando troppo spesso piatta e monocorde quando invece avrebbe meritato molto ma molto di più, se solo fosse stata valorizzata a dovere, con evidente conseguenza sulle varie canzoni. Ciononostante il quarto capitolo della storia degli Air Raid è in grado di dispensare emozioni siderurgiche di sicuro livello per il tramite di “Thunderblood”, “Let The Kingdom Burn” e “One By One”. Capitolo a sé rappresenta “Pegasus Fantasy”, posta sul finale, sigla del cartone animato I Cavalieri dello Zodiaco scritta dai giapponesi Make-Up, a fornire quella giusta e sana dose di ironia che non guasta mai.

In conclusione, c’è solo da sperare che il prossimo loro disco possa godere di una produzione più “cattiva”, selettiva e mirata, in grado di canalizzare al meglio la grande carica emotiva in possesso degli Air Raid.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

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