Recensione: Ferd

Di Alessandro Marrone - 26 Agosto 2022 - 6:00
Ferd
Band: Blodtørst
Etichetta:
Genere: Black  Death 
Anno: 2021
Nazione:
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74

Ferd è il debutto sulla lunga distanza dei norvegesi Blodtørst. Formati nel 2019 in quel di Trondheim e con all’attivo 3 singoli – tutti datati 2021 – era tempo di mettere insieme qualcosa che avesse la forza e la compattezza per attirare l’attenzione dei fan del blackened death metal verso una realtà che lascia perdere face-painting e quei tradizionali stilemi della metà più estrema del genere e abbraccia tratti melodici che sembrano fortemente ispirati al death metal svedese degli anni d’oro. Velocità, violenza e riffing granitici che vengono sovrastati dalla roca e cupa voce di un Mathias Jamtli Rye in gran forma e senza dubbio capace di caratterizzare il sound del gruppo a tal punto da farvi entrare in sintonia con Ferd già dal secondo e ottimo brano: Reservoir.

Il quintetto funziona bene e dimostra quanto il tempo trascorso sul palco giochi a favore di una compattezza sonora e stilistica che viene percepita in ogni strofa, ogni bridge, ogni break, a tal punto da conferire una maturità compositiva che offre spunti interessanti un brano dopo l’altro. C’è un pizzico di Dark Tranquillity, di Lamb Of God e qualche goccia di black ‘n roll (Nail Gun), ma sempre con le dovute cautele, riuscendo così a rendere quello dei Blodtørst un debut album davvero degno di nota, a prescindere dal vostro genere di riferimento. Ne sono un lampante esempio pezzi come Madrugal e Brenn, entrambi pubblicati anche come singoli. Consigliato? Sì.

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