Recensione: Flaws Of Elation

Di Flavio Moccia - 1 Febbraio 2007 - 0:00
Flaws Of Elation
Band: Ashent
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Attendevo con non poco interesse l’uscita di questo album dopo avere ascoltato il demo che lo anticipava. Rispetto al demo la formazione ha cambiato cantante e batterista ma conferma ampiamente le premesse poste in precedenza.
Il gruppo è italianissimo anche se capeggiato da un vocalist americano che, diciamolo senza timore, conferisce non poco lustro alla band agli occhi dell’audience internazionale.
Il genere trattato è una forma di prog-metal ritmicamente molto serrato, tecnico, aggressivo quanto basta, abbastanza variegato, e dalle linee vocali estremamente fluide e melodiche che conferiscono al tutto un notevole grado di “approcciabilità” anche per l’ascoltatore meno appassionato del lato tecnico.
Senza disturbare i giganti del genere, le influenze degli Ashent sono visibili ma non predominanti, a mio avviso manca ancora qualcosa all’affermazione di una propria personalità che a tratti è lì lì per esplodere ma che ancora non riesce a manifestarsi in tutta la sua interezza.
In generale ci troviamo su livelli non da poco, la composizione è curata nel dettaglio e rivela la ricerca di una nuova dimensione del prog-metal con l’innesto di elementi thrash e atmosferine che occasionalmente hanno un non so che di gothic qua e là. Anche gli arrangiamenti mantengono la forte coerenza della composizione, il disco risulta così molto compatto e stilisticamente “monoblocco”, molto “figlio dei tempi” e quindi attualissimo nella sua cornice sonora globale.
L’esecuzione è impeccabile e dimostra grande sincro, sintonia ed affiatamento tra i vari membri della band, compreso il cantante che pur essendo straniero risulta perfettamente allineato al feeling della band.
Anche sotto l’aspetto della veste sonora riscontriamo un eccellente livello qualitativo sia per quanto riguarda la produzione che i suoni, il disco è bello “loud” e “in faccia”, godibilissimo nella sua potente e ruvida pesantezza.
Il pakaging è ben curato e la grafica adeguatamente esplicativa del messaggio artistico della band.
Detto questo, siccome quanto scritto finora potrebbe essere soggetto ad inclinazioni di gusto personali (non il lato tecnico che è oggettivamente inopinabile), è consigliabile ascoltarsi bene i samples disponibili sul sito della band o in giro per il web e sulla loro pagina myspace, giusto per toccare con mano di cosa stiamo trattando. Il mio giudizio globale su questa release è evidentemente più che positivo, direi anzi entusiasta; gli Ashent sono un’altra band italiana che sicuramente non teme la concorrenza straniera nel genere, al contrario, si pongono fermamente sopra alla media contemporanea.
E’ vero che questo platter è il lavoro d’esordio di una giovane band, quindi lascia loro molto spazio per osare di più in orizzonti di personalità e aperture stilistiche, vero è però che l’impulso innovativo si sente e ed è forte, e sicuramente il futuro darà loro modo di esprimersi completamente ed adeguatamente.
Bravi Ashent, continuate così.

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