Recensione: Future Primitive + Old Shit Since 2003
“Bologna skate punk thrashers on acid playing classic fast Italian hc meets old California punk meets Bay Area thrashcore, those guys were in fantastic BANxTHIS!”… quale definizione migliore per inquadrare stile ed attitudine degli ED?! Quarantatre (!) brani di devastante attitudine da strada, eterogenei in quanto composti e concepiti in fasi diverse della loro storia, una storia che è giunta al decimo anno e che regala ancora molto all’ascoltatore appassionato di musica fuori controllo. Ed ecco quindi che tra una canzone e l’altra partono citazioni da film, duetti scazzati pieni di significato altrettanto scazzato, ma non solo, perché s’alternano ovviamente delle ritmiche violente, riff devastanti e tanta, tanta inclinazione al marcio. Un ‘ollie flip’ continuo, un saliscendi scorrevole di energico sound costantemente inclinato verso il profumato asfalto rovente dal quale è nata la voglia di ‘creare’ da parte dei validissimi ED.
Ed eccoci al disco. “‘Future Primitive’ + Old Shit Since 2003”, prodotto dalla sempre più convincente F.O.A.D. Records, è un concentrato di thrashcore, crossover, punk, hardcore che vi porterà allo sfinimento (in senso positivo!)! La band con questo disco/raccolta ripercorre le orme della propria carriera in senso temporalmente inverso ovvero dai giorni d’oggi fino al 2003, anno di pubblicazione dell’esordio “Possibilità Deviate”.
Ce n’è per tutti i gusti. Sia a livello compositivo, sia a livello produttivo, la raccolta (da ora in poi la chiameremo così) offre una gamma di memorie di tutto rispetto. Gli ultimi brani composti (triennio 2009-2012) appaiono ben calibrati, sintesi di una maturità lontana dal grezzo approccio delle origini così come espresse su “Possibilità Deviate” e sull’omonimo split EP in compagnia dei Sumo. In questi due seminali prodotti l’approccio punk-thrash-core è prevalente, così come è prevalente quel percepibile e spontaneo sfogo tipico degli esordi di band avezze a tale movimento artistico-musicale.
Partiremo dalle origini. Parlavamo di “Possibilità Deviate” (brani dal 30 al 43). Bene, il loro full-length di esordio è un tipico esempio di hard-core ‘punkizzato’ dove si incontrano vari correnti, quelle tipiche di questi due colossali movimenti musicali di concetto: produzione minimale, ferocia, ritmiche martellanti e testi partoriti dalla strada. Non ci si discosta molto da quanto contenuto nello split EP con i Sumo: altrettanti cinque brani (dal 25 al 29) in pieno stile appena citato, con l’eccezione per ‘Thrash Skateboard Youth’, ancticipata da un ‘prezioso’ duetto vocale nonché piccolo manifesto del loro stile poi mutato nelle produzioni successive.
Le cose cambiano significativamente quando v’andate ad ascoltare i brani dal 13 al 24 ovvero quelli facenti parte di “Nailed to the Board”, vero gioiello di crossover, forse una delle uscite più valide che m’è mai capitato di ascoltare in tanti anni di dedizione allo stile tanto amato da questi ragazzi bolognesi. Il lotto di brani in questione ha tutto: ispirazione, qualità, ricchezza di contenuti, attitudine; è un vero e proprio collante di stili e scorre via che è un piacere. Ha un sound che sa di caldo vicolo in cui relegarsi tra birrette e contest, tra uno stereo che suona fottuta musica on-the-road e una gara di rutti… e che suona come dei cazzo di trucks scintillanti sui tubi rubati da un cantiere in costruzione: veloce, memorabile ed esclusivo come pochi!
“Senza Ragione” e “Future Primitive” gridano invece più moderati, in particolare il secondo ostenta una certa deviazione verso i territori del thrash metal statunitense west coast, quello più vicino a realtà della ‘Serie B’ della Bay Area (Atrophy, Hirax) senza però venir meno al sacro verbo fatto di purissimo hardcore (molto vicino al punk, non aspettatevi cose a là Raw Power o a là Discharge, ovvero cose con raffinati soli, raffiche di doppia, né tantomeno mood oscuri e profondi).
Gli ED spaccano e tanto pure. Sono una band godibile, che ha dato e sta dando tanto al rinascente florido panorama hardcore-crossover nostrano.
Mi sento solo di appuntare il fatto che una bomba di album come “Nailed to the Board” avrebbe meritato ristampa a sè e non finire su una raccolta (ne sminuisce -formalmente- l’elevata qualità…), mentre ho trovato saggia l’idea di accorpare alla più recente release l’EP del 2009 e lo split album con i Sumo. Tanti contenuti avrebbero infine meritato qualche nota in più a livello di booklet o perlomeno io (evviva l’egoismo e l’arroganza!) l’avrei gradita parecchio… Il resto è già storia. ED: grandi!
Nicola Furlan
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