Recensione: Godspeed

Di Gaetano Loffredo - 19 Settembre 2005 - 0:00
Godspeed
Band: Symphorce
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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76

Quando il vocalist Andy B. Franck formò i Symphorce nell’ottobre del 1998 non prospettava un futuro così roseo per una band che fa del power-thrash metal la propria ragione di vita.
Un anno dopo, con il debut “Truth to Promises” pubblicato dalla Noise, la stampa internazionale si accorse del quintetto che si concentrò sulla dimensione live partendo per un tour con gli storici Mercyful Fate.
Nel 2000 “Sinctuary” ha aumentato le quotazioni dei Symphorce e Andy B. Franck ricevette una chiamata dai tedeschi Brainstorm diventandone il cantante ufficiale e dividendo le priorità di entrambi gli act in parti uguali.
Metal Blade non si lasciò scappare l’opportunità di metterli sotto contratto anche se “PhorcefulAhead” fu probabilmente un passaggio a vuoto, vuoi per il fresco cambio di etichetta, vuoi per l’enorme split interno che ha mutato, anche se di poco, le origini musicali.
La ripresa con l’uscita dell’ottimo “Twice Second” regalò un tour di supporto ai ben più famosi Kamelot e Grave Digger, apparizioni nei grandi festival europei (Wacken Open Air, Summer Breeze e Sweden Rock su tutti) accompagnandoli sino alla prova del nove a titolo Godspeed.

Il solo nome del co-produttore Dennis Ward (Angra, Pink Cream 69) la dice lunga sulle aspettative che la teutonica Metal Blade ripone su una band apprezzata sia in Europa che in America tanto da esercitare una consistente pressione scemata con la stampa del tanto atteso quinto studio album.

Quanto conta appartenere ad una label che crede così tanto nelle tue capacità?
Beh, moltissimo, senza alcuna ombra di dubbio. Il budget messo a disposizione per la produzione del cd è elevato e il lavoro concluso agli imponenti House of Music Studios si riflette su un sound pulito e corposo, estremamente moderno, dove tutti gli strumenti vengono risaltati e messi in primo piano tra i quali oso decantare, primo fra tutti, il suono del basso che più di una volta mi ha riportato allo splendido lavoro eseguito da Andy Sneap con i Nevermore.

Le linee vocali seguite da Andy non si allontanano poi molto da quelle ascoltate su Liquid Monster dei Brainstorm, le tonalità, gli acuti graffianti e la propensione aggressiva sono praticamente i medesimi e definirei perfette queste capacità per garantire freschezza ed efficacia ad una proposta musicale veemente, irruente e trascinante come nel caso dell’opener Forsight o della splendida e futuristica Haunting ma anche dolce, suadente e spensierata come nel caso della ballad Crawling Walls for You o nella hit song cadenzata Nowhere.
Insomma, tanta carne al fuoco alla quale manca un po’ di sale per insaporire il tutto e forse, parafrasando il nostro caso, il sale di Godspeed è concretizzato dal livello del songwriting sempre all’altezza ma mai geniale e personale tanto da tradurlo sì in un ottimo album, ma non in un capolavoro come annunciato dagli stessi Symphorce.
Inoltre, 5 tracce sensazionali alle quali corrispondono altrettante tracce mediocri che minacciano e abbassano sensibilmente il valore definitivo, fotografano una situazione generale non ancora definita con la band che, a mio parere, deve ancora amalgamarsi.
 
Resta la traccia visibile di un lavoro eseguito coi fiocchi che avrebbe meritato maggior attenzione se spogliato di quei piccoli difetti enunciati in precedenza. Comunque un acquisto consigliato ai più.

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
01.Forsight
02.Everlasting Life
03.No Shelter
04.Nowhere
05.Haunting
06.Black Water
07.Wounds Will Last Within
08.Your Cold Embrace
09.Without a Trace
10.The Mirrored Room
11.Crawling Walls For You

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