Recensione: Heart Set Stone

Di Andrea Bacigalupo - 2 Settembre 2022 - 8:30
Heart Set Stone
Etichetta: M-Theory Audio
Genere: Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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70

Heart Set Stone’ è il nuovo EP dei Mantic Ritual, disponibile dal 2 settembre 2022 tramite M-Thery Audio.

La band, nata nel 2005 con il nome di Meltdown, fa parte, insieme ad altre, quali ad esempio Havok, Warbringer ed Evile, di quel movimento Thrash giovanile che aveva preso vita sulla scia della rinascita dei vecchi leoni, che, con l’inizio del nuovo millennio, avevano riabbracciato le vecchie sonorità e ricominciato a ruggire con prepotenza.

I Mantic Ritual sono stati, però, una meteora: pubblicato il primo album ‘Executioner’ nel 2007 come Meltdown, cambiato il monicker nel 2008 e ripubblicato, sotto Nuclear Blast, nel 2009 con lo stesso nome, ma con l’aggiunta della traccia ‘By The Cemetery’, non hanno resistito e, dopo un po’ di traversie, come tanti altri, si sono sciolti nel 2013.

Peccato, perché ‘Executioner’ era un bel lavoro ed era tra i segnali che confermavano che la ripresa del Thrash Metal non era un fuoco fatuo destinato a spegnersi la mattina.

E’ per questo che ho ascoltato con interesse questo ‘Heart Set Stone’, EP che ne conferma il ritorno con tre quarti della formazione originale, con l’ingresso del batterista Carloz Cruz in sostituzione di Adam Haritan.

In questi anni i musicisti non sono stati fermi, in particolare Ben Mottsman e Jeff Potts hanno fatto parte, dal 2012 al 2014, dei già citati Warbringer, suonando su ‘IV: Empire Collapse’, ed hanno calcato i palchi con i Lich King.

Anche il nuovo batterista non è di primo pelo: Carloz fa parte degli Warbringer ed ha suonato con gente del calibro di Power Trip, Hexen ed Enforcer.

Heart Set Stone’, formato da tre pezzi inediti e tre cover, ci dice, essenzialmente, che i Mantic Ritual ripartono da dove si sono fermati, suonando ‘a tutto braccio’ uno Speed/Thrash conforme a quello che esplodeva dalle casse nei primi anni ’80, anche con la stessa atmosfera cupa che dava la sensazione d’essere stato registrato al nono piano dell’inferno (solo che, ora, è per scelta e non per il badget limitato).

Le influenze della Bay Area Vecchia Scuola ci sono un po’ tutte (pensate ad uno qualsiasi dei gruppi primari dell’epoca e ne avvertirete la presenza), mentre quella degli Iron Maiden che si sente su ‘Executioner’ è praticamente nulla, con un ulteriore inspessimento delle tracce.

L’esperienza è servita, non c’è che dire, i ragazzi suonano alla grande e sanno dare il giusto effetto al loro songwriting: i tre pezzi inediti hanno un gran tiro, sprigionano parecchia energia e coinvolgono, con adrenalinici cambi di tempo e parecchi fendenti che calano durante i vari cambi di sezione.

Manca l’innovazione che accomuna una fetta del movimento Thrash di metà anni 2000, ma la qualità c’è e, nel 2022, è questo quello che conta.

Per quanto riguarda le tre cover, i Mantic Ritual si cimentano con tre pezzi storici, indice della loro formazione: ‘Race Against Time’ , dall’EP d’esordio dei G.B.H (‘Leather, Bristles, Studs & Acne’ del 1981), ‘Black Funeral’ da ‘Melissa’ del 1983 dei Mercyful Fate e ‘Cross Me Fool’ da ‘Evil Invaders’ del 1985 dei Razor. Tre pezzi importanti riprodotti bene e con rispetto, niente altro da aggiungere.

Heart Set Stone’ è poco più di un biglietto da visita: questa band è di nuovo sul campo ed è pronta a sferrare l’attacco. Speriamo lo faccia con un album completo, perché i presupposti per un buon rientro ci sono tutti. Aspettiamo.

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