Recensione: Hellhammer

Di Stefano Ricetti - 24 Novembre 2025 - 10:48
Hellhammer
Band: Feanor
Etichetta: No Remorse
Genere: Heavy 
Anno: 2025
Nazione:
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72

Costituisce sempre un piacere potersi occupare di band dedite all’heavy metal che provengono da Paesi che notoriamente non sono così famosi nel mondo in ambito acciaioso. Proprio perché evidentemente la vita, per chi fa del Metallo, da quelle parti non deve essere proprio così liscia e fluida, dopo i Rata Blanca dell’anno scorso (qui recensione) è ora la volta dei Feanor.

Nati a Buenos Aires nel 1996 al momento vantano il solo Victor Gustavo Acosta, bassista, come membro originale. Hellhammer, il loro nuovo album, rappresenta il quinto della loro carriera ed esce per No Remorse Records. Il prodotto, nella sua versione in Cd, si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi, delle foto della band come singoli componenti e le note tecniche di rito.

A guardare la lista degli special guest presenti dentro il disco – riportati in lingua inglese così come nel testo – c’è da strabuzzare gli occhi: Huseyin Kirmizi – additional piano on “The Epic of Gilgamesh Pt2” (The Quest For Immortality)”, Sven D’Anna (Wizard) – additional vocals on “The Epic of Gilgamesh Pt2 (The Quest For Immortality)”, Piet Sielck (Iron Savior) – additional choirs, guitars, leads and keyboards, Ross The Boss (ex-Manowar) Lead guitar on “This One’s For You”, David Shankle (ex-Manowar) – Lead guitar on “Houses Of Fire”, Vanni Ceni (Wotan) Additional vocals on “The Flight Of The Valkyries“, Walter The Scorpion – Intro and outro guitars on “Bad Decisions”, Camilla Stark – additional choirs in “Sirens Of Death”, Luthien character in “The Ballad Of Beren And Luthien”, Alexandros Delialis – baritone (Thingol) voice in “The Ballad Of Beren And Luthien”, Alex Langenbach – narrator in “The Ballad Of Beren And Luthien”.

Ma le sorprese non finiscono qua. Rispetto a quella del disco precedente, Power of the Chosen One del 2021, anche la formazione degli argentini appare rivoluzionata. Al di là del mastermind Acosta e del batterista Emiliano Wachs, tutto il resto è mutato e in termini decisamente internazionali. Basti sapere che alla chitarra vi è Thilo Hermann (Faithful Breath, Grave Digger, Running Wild) e all’altra ascia E.V. Martel (Manowar), poi lo svedese Micke Stark alla voce e Diana Boncheva al violino.

Le garanzie in termini di truezza paiono quindi esserci tutte e infatti l’ascolto non delude di certo chi è appassionato di sonorità tradizionali e tradizionaliste.

Il tiro di Hellhammer, tredici pezzi per più di un’ora di musica, è giocoforza europeo, dal momento che l’apporto di Hermann e Stark risulta determinante sul resto della formazione, scodellando brani quali “Sirens of Death” di matrice Grave Digger, “Bad Decision” figlia diretta della lezione Helloween,  “H.M.J” da incasellare come un vero e proprio tributo ai Running Wild, peraltro aleggianti anche su altre partiture, così come i Manowar, omaggiati da “This One is For You” e “The Flight of the Valkyries”.

Massimizzando il concetto: poca personalità ma sostanza, da parte dei Feanor.

Hellhammer, un album concepito da una band di origine argentina che però di argentino possiede “il giusto” (eufemismo).

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti        

 

 

 

 

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