Recensione: Hells Fire – Swami

Di Eugenio Giordano - 28 Maggio 2004 - 0:00
Hells Fire – Swami
Band: Mistreater
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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60

I Mistreater furono tra i protagonisti della scena classica americana durante gli anni ottanta, la loro discografia comprende l’ep “Hell’s fire” registrato nel 1981 e il disco “Swami” del 1987. La Hot Metal Records ha reso disponibile in questi mesi la ristampa di entrambi i lavori realizzati dai Mistreater su un unico cd.

Lo stile dei nostri americani affonda nella tradizione metal dei primi anni ottanta subendo però le influenze del rock oscuro di gruppi più longevi come i Black Sabbath. Il primo “Hell’s fire” si presenta come un lavoro incentrato su un heavy rock dalle tinte plumbee che a tratti potrebbe essere definito doom, i pezzi di questo ep non sembrano particolarmente elaborati o complessi ma mostrano comunque una certa personalità artistica e un certo gusto compositivo. Le chitarre sono in evidenza lungo tutta la durata del platter anche se non si raggiungono mai livelli di aggressività sonora particolarmente spiccati. Il discorso artistico cambia decisamente con “Swami” dove i Mistreater mostrano di possedere una grinta indiscutibile e una sana dose di attitudine metal. Il disco viaggia molto più veloce rispetto ai brani precedenti e possiede un sound più luminoso che si accosta al trend delle band metal americane di quel periodo. I pezzi di “Swami” sono molto coinvolgenti e diretti, il gruppo riesce a colpire l’ascoltatore con la sua musica senza ripetersi e senza apparire mai prolisso. L’attitudine live dei nostri era innegabile, peccato che dopo la realizzazione di questi due platter i nsotri americani si siano persi nei meandri della scena metal, venedo presto dimenticati.

L’ep “Hell’s fire” è introdotto da brani convincenti come “Big A” o “Evil woman” che possiedono il mood oscuro e i riff ritmici che hanno fatto la fortuna dei migliori Black Sabbath. Più rallentate e meno incisive “Fortune lady” e la title track si alternano tra strofe troppo lente e melodie vocali noiose che finiscono per rovinare i buoni spunti della band. Con “Swami” i Mistreater si spostano verso lidi più ortodossi sfornando un disco molto più concreto rispetto al precedente ep. Pezzi come “Rellik”, “Black angel” o “Fooled with fear” dimostrano il talento di questi ragazzi concendendo all’ascoltatore di respirare l’atmosfera inconfondibile del metal americano d’annata. Sinceramente il cambio di stile del gruppo potrebbe essere stato dettato da un’ottica di mercato, ma visto che “Swami” fu un disco autoprodotto non vedo proprio quale vantaggio monetario potessero guadagnare i Mistreater che dopo poco si sciolsero. Penso invece che “Swami” rappresenti l’attitudine musicale che i Mistreater sentivano quando hanno registrato il disco, purtroppo non gli venne mai data la possibilità di continuare la loro carriera.   

Tutto sommato credo che questa ristampa possa essere considerata un pezzo raro ma sinceramente credo che si possa tranquillamente soprassedere sui Mistreater a meno che voi non siate dei fanatici di metal classico come il sottoscritto. Quindi ancora una volta leggete con attenzione le mie parole prima di gettarvi alla ricerca di questo disco, magari solo perchè è vecchio.

Hell’s fire:
1. Big “A”  
2. Hell’s Fire  
3. Evil Woman  
4. Fortune Lady  
5. Mistreater  
6. Lies / Graverobber  
7. Will You Believe Me

Swami:
1. Road to Rock ‘n’ Roll  
2. Rellik  
3. Rose of Fantasy  
4. Black Angel  
5. Back Into My Arms  
6. Fooled with Fear  
7. Running in from the Dark  
8. Swami

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