Recensione: Here Comes Trouble

Di Francesco Maraglino - 27 Marzo 2009 - 0:00
Here Comes Trouble
Band: Bad Company
Etichetta:
Genere:
Anno: 1992
Nazione:
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75

Non c’è dubbio che per i puristi del classic rock i “veri” Bad Company siano quelli con il grandissimo Paul Rodgers come vocalist, ma è pur vero che anche la versione AOR dei BC, con l’ottimo statunitense Brian Howe come frontman, ha avuto molte frecce al suo arco da scoccare, per far breccia nel cuore almeno degli appassionati dell’ hard rock melodico.

Un pò di storia: i Bad Company “Mark II” esordiscono nel 1986 con “Fame and Fortune”, forse il capitolo più fiacco della loro discografia.
Prodotto da Keith Olsen con Mick Jones dei Foreigner come produttore esecutivo, è troppo appiattito sui suoni in voga in quel momento soprattutto nelle classifiche americane, e offre qualche buona canzone senza mai decollare del tutto.
Molto più in alto volano i successivi “Dangerous Age” (1988) e “Holy Water” (1990), che ottengono ottimi riscontri nelle charts dell’epoca offrendo pane per i denti di chi ama i suoni cromati di robusti hit AOR, alternati ad intense ballate per rockers dal cuore tenero.

Lievemente meno riuscito, ma sempre su livelli altissimi, giunge nel 1992 (fuori tempo massimo per i fasti del melodic rock, ormai travolto dallo tsunami delle nuove bands grunge di Seattle), “Here comes trouble”, canto del cigno di questa versione della band, a parte il live “What you hear is what you get” dell’anno successivo.

L’album, che vede in line up Howe, il redivivo Mick Ralphs alla chitarra e Simon Kirke alla batteria, insieme a vari ospiti al basso e alla tastiere, si apre con una tripletta da brivido di purissimo AOR di grande scuola, rappresentata dalla title-track, da “How about that”, e dalla intensa “Stranger Than Fiction”, tutti brani che vedono grandi protagonisti la voce di Howe e la chitarra elettrica di Ralphs.
Altra atmosfera per “This Could Be the One”, con la chitarra acustica ad introdurre una power ballad di gran scuola, caratterizzata anche da un intensissimo chorus.
Si cambia ancora stile con “Both Feet in the Water”, in cui riecheggiano alcune delle atmosfere hard rock blues dei Bad Co, “vecchia maniera”.

Il platter procede poi in tono minore e senza particolari scossoni passando dal ritornello catchy di “Take This Town”, al mid-tempo di “What About You”, per raggiungere in coda al CD due notevoli picchi con l’hard melodico e avvincente di “Brokenhearted”, con ancora Ralphs sugli scudi, ed infine con la dolcissima “My Only One”.

Pur non essendo il migliore della discografia dei Bad Company, un disco che può affiancarsi onorevolmente ai classici AOR di Foreigner e Journey.

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Tracklist:

01. How About That
02. Stranger Than Fiction
03. Here Comes Trouble
04. This Could Be the One
05. Both Feet in the Water
06. Take This Town
07. What About You
08. Little Angel
09. Hold on to My Heart
10. Brokenhearted
11. My Only One

Line Up:

Brian Howe – Voce
Mick Ralphs – Chitarra
Simon Kirke – Batteria
Felix Krish – Basso
Dave “Bucket” Colwell – Chitarra
Rick Wills – Basso

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