Recensione: Hold Your Fire

Di Luca Corsi - 14 Gennaio 2008 - 0:00
Hold Your Fire
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Anno: 1992
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Dopo lo stupefacente esordio nel 1990 con il più volte premiato album omonimo, i Firehouse del cantante/tastierista C.J. Snare e del chitarrista Bill Leverty, tornano sulle scene nel 1992 con la pubblicazione di questo ‘Hold Your Fire‘.
L’album riscosse ancora una volta un enorme successo e permise alla band di conquistare altri due dischi d’oro, vendendo oltre un milione di copie in tutto il mondo, grazie anche ai singoli ‘Reach For The Sky’, ‘Sleeping With You’ e soprattutto ‘When I Look Into Your Eyes’, una hit che scalò le classifiche americane fino a raggiungere la sesta posizione.

Ed è proprio il primo singolo che ha l’onore di aprire le danze : ‘Reach For The Sky’ inizia con un arpeggio di chitarra in sottofondo alla voce di Snare, per poi infiammarsi con i riffs di Leverty, dimostrando tutta l’intenzione di voler proseguire la strada intrapresa con il precedente lavoro.
‘Rock You Tonight’ esordisce con i cori urlati della band, che sono in primo piano nel pezzo, diretti con notevole maestria dalla fantastica voce di Snare.
‘Sleeping With You’ dimostra come in questo secondo lavoro ci sia forse una maggiore attenzione alla melodia, i riff sono più armonizzati e vellutati, ma pur sempre mantenendo una certa velocità. Una maggiore aggressività è conferita da ‘You’re Too Bad’, dove le chitarre sono più cattive, la batteria di Foster più incisiva e Snare sembra esprimersi più liberamente rispetto alle tracce precedenti, sfoderando ancora una prestazione sensazionale, con tanto di urla nella parte finale. ‘When I Look Into Your Eyes’ è una power ballad piena di pathos e dalle melodie molto romantiche, offerte soprattutto dall’atmosfera sentimentale e intima creata dalle tastiere, suonate dallo stesso singer, che sembrano quasi avvolgere l’ascoltatore in una magica atmosfera.
‘Get In Touch’ riporta i ritmi all’hard rock di classe ed eleganza, con un riff di chitarra accattivante che cattura subito l’attenzione, offrendo anche, verso la fine del pezzo, un momento dalle tinte blues dove la velocità diminuisce per poi esplodere nuovamente fino alla conclusione.
E’ il momento della title-track : ‘Hold Your Fire’ si apre con le chitarre in vena di armonie delicate ma che ben presto lasciano spazio alla tagliente esibizione della sei corde di Leverty, all’incalzante ritmo della batteria e all’urlante Snare, che impressiona ancora una volta, soprattutto nel finale. ‘The Meaning Of Love’ è un episodio in stile Def Leppard, con il ritornello cantato in coro da tutta la band e con un ritmo molto frizzante e coinvolgente, solo con una batteria più heavy.
‘Talk Of The Town’ è senz’altro, assieme ai tre singoli, uno dei pezzi più interessanti del lotto, proponendo un hard rock genuino e di gusto, come del resto la successiva ‘Life In The Real World’, altro esemplare “DOC” delle tipiche sonorità a stelle e strisce.
‘Mama Didn’t Raise No Fool’ conferma l’eccellente lavoro alle chitarre di Leverty e di Foster dietro le pelli, che sembra scatenato, mentre, quasi inaspettatamente, la chiusura spetta alla ballad ‘Hold The Dream’, indugiando quindi in ritmi più ricercati e coinvolgenti, all’insegna della melodia e di una minore incisività.

Se il debutto dell’album omonimo aveva regalato il successo ai Firehouse, questo ‘Hold Your Fire‘ riesce sicuramente nel difficile compito di confermare la band come una delle realtà più interessanti del panorama hard rock americano ed internazionale degli anni ’90.

Altro pezzo irrinunciabile, inutile sottolinearlo, nella collezione di chi ha apprezzato il precedente lavoro e di tutti gli amanti di queste sonorità.

Tracklist:

01. Reach For The Sky
02. Rock You Tonight
03. Sleeping With You
04. You’re Too Bad
05. When I Look Into Your Eyes
06. Get In Touch
07. Hold Your Fire
08. The Meaning Of Love
09. Talk Of The Town
10. Life In The Real World
11. Mama Didn’t Raise No Fool
12. Hold The Dream

Line Up:

C.J. Snare – voce / tastiere
Bill Leverty – chitarre
Perry Richardson – basso
Michael Foster – batteria

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