Recensione: I + Dog Days

Di Angelo D'Acunto - 26 Dicembre 2010 - 0:00
I + Dog Days
Band: Goatsnake
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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88

Definire i Black Sabbath come i progenitori del doom è cosa ovvia, anche se la band di Birmingham, di per sé, non ha mai avuto in mente l’idea di dare vita ad un determinato genere… o almeno non nei suoi primi anni di carriera. La paternità effettiva può essere invece attribuita a quei gruppi che, prese in considerazione le coordinate stilistiche proposte nei primi album registrati da Tony Iommi e soci, hanno deciso di farle proprie, di estremizzarle in modo da renderle ancora più pesanti e ossessive. Erano i primi anni ’80, e gruppi come Candlemass, Pentagram, Trouble e Saint Vitus si preparavano a scuotere la scena con quello che, poco più tardi, verrà battezzato come doom metal.

Tra i tanti gruppi che, negli anni a seguire, hanno comunque dato (chi più, chi meno) il personale contributo alla causa, ci sono anche i Goatsnake. La band, nata dalla mente di Greg Anderson (Sunn O))), Teeth Of Lions Rule The Divine, Burning Witch e tantissimi altri ancora), ha cominciato a muovere i primi passi verso la metà degli anni ’90, dopo che del doom si erano cominciate a fare sentire alcune sue incarnazioni più estreme. I due EP IV e Man Of Light (datati 1998) e l’acclamato debut intitolato semplicemente Vol. 1, mettevano già in chiaro quali erano le direzioni stilistiche verso cui si orientavano le partiture dal combo californiano: ovvero un doom di fattura stoner, impreziosito da elementi psichedelici e, soprattutto, da una marcata vena blues sempre presente nelle parti di chitarra di Anderson.
La ristampa del 2004, denominata I + Dog Days, racchiude al suo interno tutto il materiale pubblicato dai Goatsnake nel biennio 1998/1999, che sarebbe ciò che è contenuto nei già citati EP e nel full-length d’esordio. Materiale che, pur rimanendo fedele al doom, risulta essere piuttosto eterogeneo, con parti più “tirate” e di matrice hard rock come nel caso dell’iniziale Slippin’ The Stealth e di Trower, oppure partiture lente e asfissianti (What Love Remains, Raw Curtains, The Orphan), o ancora ritmiche ossessive (IV) ed escursioni più psichedeliche (Man Of Light). Il tutto è impreziosito dal cantato melodico, e spesso su timbriche più acute, di Pete Stahl, che riesce ad adattarsi alla perfezione sui pezzi più “veloci”, mentre nel caso delle partiture più lente e devote al doom sembra creare un po’ troppo contrasto, ma risultando essere comunque tutt’altro che fuori luogo. Oltre ai brani già menzionati, è doveroso citare anche Heartbreaker, celebre cover dei Free che, nella versione dei Goatsnake e senza nulla togliere all’originale, riesce a diventare ancora  più carica di emozioni, grazie soprattutto ad una prova vocale di uno Stahl ispirato come non mai, coadiuvato a dovere dalle escursioni solistiche puramente blues della chitarra di Anderson. Notevole anche l’esecuzione della seconda cover presente, ovvero Who Are You dei Black Sabbath, che altro non è che un più che giusto tributo a quei 70’s a cui la band californiana rimane sempre fortemente legata, seppur interpretando il tutto con una notevole personalità.

Un disco che, anche per comodità, viene qui recensito nella sua ristampa estesa, ovvero contenente in aggiunta i pezzi dei due EP d’esordio. Non cambia la sostanza, in ogni caso: ovvero la qualità di composizioni che rimangono fisse su livelli decisamente alti, seppur il genere proposto non inventi praticamente nulla di nuovo. Un gruppo, quello dei Goatsnake, che rappresenta (o meglio, ha rappresentato) uno dei capisaldi della scena doom metal moderna, insieme a band come Cathedral, Reverend Bizarre ed Electric Wizard che hanno contribuito a mantenere in vita un movimento musicale considerato da sempre come “minore”, ma non certo incapace di offrire al pubblico dei veri e propri capolavori.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Slippin’ The Stealth
02 Innocent
03 What Love Remains
04 IV
05 Mower
06 Dog Catcher
07 Lord Of Los Feliz
08 Trower
09 The Orphan
10 Long Gone
11 Heartbreaker (Free Cover)
12 Raw Curtains
13 Man Of Light
14 Who Are You (Black Sabbath Cover)
15 Knucklebuster

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