Recensione: King of Nothing

Di Stefano Ricetti - 23 Aprile 2024 - 10:17
King of Nothing
Band: Crohm
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Heavy 
Anno: 2024
Nazione:
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76

Alla luce del loro quarto album ufficiale in carriera, King of Nothing, urge un minimo di ripasso sui valdostani CRΩHM (più semplicemente Crohm).

Così come già scritto in passato su queste stesse pagine truemetallare, nascono nel 1985 sulla spinta della prima Nwobhm, l’anno successivo debuttano con il pezzo “Quake”. Quella formazione schierava Claudio “Zac” Zanchetta alla chitarra, Riccardo “Rick” Taraglio al basso e Sergio Fiorani alla voce. Seguono un po’ di concerti e qualche rassegna che però faticano a lasciare il segno e dei Crohm si ricordano soltanto gli ultras dell’heavy metal italiano. Nel 2014 il miracolo! Con l’aggiunta di Fabio Cannatà alla batteria, la gens valdostana riprende vigore e nel 2015 avviene il debutto sul full length autoprodotto intitolato Legend and Prophecy. È del 2017 il secondo album, Humanity, griffato Sliptrick Records e in ordine sparso si susseguono concerti – aprono per Mägo de Oz e Raven, solo per citarne due -, ospitate radio e tutta quella serie di passaggi che forniscono piccole o grandi soddisfazioni in grado di permettere a una band di guardare al futuro con il sorriso. Quel sorriso che nasce dall’humus di una passione antica, invincibile, che riesce a far sì di far fronte a tutte le spese senza alcun aiuto esterno per poter tenere in vita un combo heavy metal nel nostro Paese. Con l’aggravante, in questo caso, di risiedere in Val D’Aosta, zona periferica, in ambito di musica dura, per usare un eufemismo. La caratteristica del non mollare, insita nel gruppo, si esplicita in tempi più recenti in ben altre due occasioni: il full length Failure in the System del 2020 e il live album Paindemic dell’anno successivo. A confermare la compattezza di intenti mostrata sempre, il gruppo in questo 2024 schiera la stessa formazione del come-back del 2014, ricomprendente ben ¾ della line-up del 1985 e una sicurezza come Cannatà ai tamburi.

King of Nothing si presenta come meglio non potrebbe: digipak a tre ante forte di una copertina particolarmente ficcante e ben riuscita accompagnato da un libretto di dodici pagine con tutti i testi e una foto della band nella due centrali. Permane il regime di autoproduzione, ormai una costante per i valdŏtèn.

Undici sono i brani proposti, per poco meno di cinquanta minuti di ascolto.

La sensazione è che la premiata ditta Taraglio, Zanchetta, Fiorani & Co. sia come un Pinot Nero – assolutamente di qualità, ça va sans dire – della Val D’Aosta: più invecchia – senza esagerare troppo, ovviamente – e più migliora.

Il quarto parto discografico dei Crohm risulta infatti dispensatore sano di autentiche pillole di heavy metal di alto lignaggio, tipiche di una band coesa che dopo anni di sbattimenti e sofferenze, alternate a grandi soddisfazioni, riesce finalmente a scovare la formula in grado di valorizzare al meglio le proprie peculiarità.

A partire da ‘No Direction’ sino ad arrivare a ‘Stars’ il disco scorre che è un piacere snodandosi all’interno di trame di HM di stampo tradizionale sulla spinta di un valido songwriting e di un’interpretazione da parte del cantante assolutamente all’altezza della situazione senza per questo farsi mancare qualche episodio dalla sublime ignoranza (‘Make Your Bed and Lie In It’, ‘Road to Paradise’) alla faccia di chi a una certa età pensa che pestare duro sia territorio per soli ragazzini, piuttosto di altri che ritengono che la maturazione debba misurarsi solamente all’interno di coordinate hard rock.

I Crohm non inventano nulla oggi così come non inventarono nulla nel 1985, semplicemente con King of Nothing sublimano il loro lungo percorso artistico, grazie anche a una produzione di notevoli proporzioni, in grado di restituire una ‘botta’ notevole alle casse. Menzione particolare per ‘A Strange Light In Your Eyes’ e ‘The Sense of Existence’, una spanna sopra il resto e in grado di valorizzare al meglio la voce calda e morrisoniana di Fiorani.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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