Recensione: Leaden Field

Di Roberto Gallerani - 22 Giugno 2009 - 0:00
Leaden Field
Band: RuinThrone
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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74

Arriva da Roma una nuova interessante realtà del metal tricolore, ovvero i Ruinthrone che si presentano con questo pretenzioso Leaden Field, un demo che si muove su coordinate power metal ma che mostra molteplici influenze pescate da altri generi. Vi sono presenti infatti alcuni elementi come la durata e soprattutto la struttura non sempre immediata delle canzoni che riconducono al prog, i suoni delle chitarre si orientano verso un sound di ispirazione death/thrash (non è un caso che i due chitarristi suonino anche in una band death) e inserimenti di chitarra acustica richiamano atmosfere folk. Per certi versi possono essere ricondotti agli Iced Earth dei tempi che furono, soprattutto quelli del mostruoso The Dark Saga.
La band è composta da Edoardo Gregni alla voce, Adriano Strinati e Gabriele Massa alle chitarre (il primo si occupa anche delle tastiere sempre presenti con dei deliziosi tappeti sinfonici), Xander Pantagruel al basso e Marcello Alastor alla batteria.

Un misto quindi davvero interessante il power di questa band, che riesce nel difficile intento di non rendere dispersivi i loro brani, dimostrazione di un songwriting, se non maturo, comunque già stabile. Gli assoli di chitarra non sono invadenti ma studiati con intelligenza, la batteria compie un grandissimo lavoro insieme al basso, le tastiere addolciscono e rendono più corposo il sound finale.
La voce è l’unica cosa che non sempre mi ha convinto; se in certi momenti dimostra comunque talento ed estensione, in altri si hanno purtroppo delle stonature e soprattutto manca di espressività e di profondità: in alcuni punti avrei puntato di più su queste ultime due caratteristiche invece di cercare tonalità elevate. Un pecca che incide sul risultato finale, ma che sono convinto si possa superare nel tempo.

I tre brani che compongono questo demo sono comunque validi, e come detto precedentemente mostrano una band piena di idee interessanti. L’opener Summoner mette subito in chiaro come il combo romano ci sappia decisamente fare, con un brano dalle tinte oscure, veloce, con una struttura non ben definita che rende il risultato finale ancora più suggestivo. Bello e davvero anche ben riuscito la parte dell’assolo. Lavoro mostruoso di batteria nella seguente Faces On A Shore, davvero un bellissimo brano, tirato, con sempre le tastiere sullo sfondo a ricamare dei tappeti che aumentano il lato più epico/oscuro della band. Ottimi anche i cambi di tempo lungo i suoi 5.46 minuti (e il primo brano supera i 6!).
La conclusiva Chant From The Sky è una dolce ballata dal gusto folk, grazie alle percussioni e alle chitarre acustiche poste in apertura che ricordano un po’ i Blind Guardian di A Past and Future Secret, che lascia lo spazio alle chitarre distorte nella seconda parte.

In definitiva non posso far altro che complimentarmi con i Ruinthrone, autori di un bellissimo demo contenente  tre ottimi brani che mostrano una band dalle indubbie capacità. Leaden Field è un ottimo biglietto da visita per chi volesse conoscere questi ragazzi, ai quali auguro di trovare presto la possibilità di aver una produzione alle spalle che gli permetta il salto di qualità.

Roberto “Van Helsing” Gallerani

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Tracklist:
1. Summoner
2. Faces On A Shore
3. Chant From The Sky

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