Recensione: Lie Land

Di Andrea Bacigalupo - 3 Aprile 2022 - 20:44
Loveland
Band: Lie Land
Etichetta: QuaRock Records
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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80

I toscani Lie Land giungono al debutto discografico dando alle stampe ‘Loveand’, EP pubblicato tramite QuaRock Records, l’etichetta di Maestro Gabriele Bellini, che ha anche curato la produzione artistica.

Costituito da tre brani già usciti con relativo video e da due inediti, il minialbum è una soluzione concentrata di rabbia e dolore che fa detonare un Hard Rock duro e viscerale, risultato di un buon bilanciamento di elementi classici con altri più moderni.

Tratto distintivo dei Lie Land è la gran bella voce di Marta Giurintano, potente e prepotente, di alta interpretazione, s’insinua nella tua mente obbligandoti ad ascoltarla e questo grazie anche alla densa e trascinante sezione ritmica che la sostiene. Un buon connubio, non c’è che dire.

In ‘Loveland’ non è solo la musica ad essere protagonista ma anche l’argomento trattato: l’amore in tutte le sue sfumature.

Non aspettatevi temi frivoli, superficiali o volgari e neanche un’ esaltazione del romanticismo, quelli li lasciamo ad altri generi musicali (senza offesa … ognuno può parlare un po’ di quello che vuole), il termine ‘Hard’ davanti alla parola ‘Rock’ non crea malintesi: i Lie Land affrontano la parte tosta di questo sentimento che, nel bene e nel male, avvolge la nostra vita: tanto in ‘Cry’ evidenziano l’euforica felicità che porta l’amare, quanto in ‘Stranger’ descrivono la solitudine in cui possono far piombare le emozioni negative ed i pensieri continui e martellanti che può scatenare. Per non parlare poi di quello che si passa quando si deve accettare la fine di un amore (‘Heart Hacker’), delle difficoltà insite nel saper amare (‘Love is All’) e di quanto questo sentimento sia capace di diventare distruttivo e cattivo (‘He’s Coming’). Tutti argomenti che possono diventare tremendamente introspettivi e con cui tutti abbiamo prima o poi a che fare.

Musicalmente coinvolge la varietà del songwriting, i Lie Land percorrono vari sentieri senza però disperdersi: in ‘Heart Hacker’ la tranquillità del racconto si trasforma in collera, questa cresce, trovando l’apice nell’interludio e sfogandosi all’interno di un assolo greve ed intenso.

La chitarra tagliente ed il cantato punk rendono ‘Love is All’ folle e disturbante, ma comunque dura e determinata, al contrario, ‘Cry’ è più aperta, fa respirare e dirada un po’ di nebbia. L’andatura portante anni ’70 di ‘He’s Coming’ la rende prepotente ed indisciplinata mentre la conclusiva ‘Strangers’ crea un atmosfera carica di sofferenza, amplificata dalla rotondità delle orchestrazioni.

Insomma, un grande debutto per questa band che irrompe sulla scena con forza e determinazione. Non c’è altro da dire: aspettiamo gli sviluppi con vivo interesse, sperando di vederli presto dal vivo. Bravi Lie Land!

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